Pure i francobolli, cinquant’anni fa, assicurarono una «copertura» impeccabile al pellegrinaggio che portò Paolo VI in Terra Santa. Confermando così, oltre la naturale funzione di affrancatura, anche il loro ruolo di testimoni della cronaca nel momento stesso in cui si fa storia. L'evento celebrato dalle Poste vaticane, giordane e israeliane.
(Milano) – Pure i francobolli, cinquant’anni fa, assicurarono una «copertura» impeccabile al pellegrinaggio che, dal 4 al 6 gennaio 1964, portò Paolo VI in Terra Santa. Confermando così, oltre la naturale funzione di affrancatura, anche il loro ruolo di testimoni della cronaca nel momento stesso in cui si fa storia.
Viste con gli occhi di oggi, quelle produzioni dentellate hanno dell’incredibile, essenzialmente per i tempi strettissimi. L’annuncio del pellegrinaggio, si sa, fu dato da Paolo VI il 4 dicembre 1963, durante la conclusione della seconda sessione del concilio Vaticano II. «Piace adesso aggiungere qualcosa per comunicarvi – disse papa Montini in latino, cogliendo tutti di sorpresa – un proposito che già da tempo abbiamo in animo… abbiamo deliberato di recarci come pellegrino in quella terra, patria del Signore nostro Gesù Cristo…». «Il Papa annuncia che nel prossimo gennaio compirà devoto pellegrinaggio in Terra Santa» titolava, nel sommario, L’Osservatore Romano del 5 dicembre 1963.
Per i responsabili dei servizi filatelici dei Paesi coinvolti nello storico pellegrinaggio, ossia Vaticano, Giordania e Israele – scattò immediatamente una lotta contro il contro il tempo. Mezzo secolo fa stampare richiedeva procedimenti assai più complicati che oggi.
Ciò nonostante L’Osservatore Romano del 30-31 dicembre 1963 era in grado di mostrare le immagini dei quattro francobolli e al tempo stesso di ufficializzare le caratteristiche tecniche. Ma non il quantitativo stampato, intorno al quale si sviluppò una ridda di supposizioni. Con una forbice iniziale di 1,8 milioni di esemplari, che col passare dei giorni si ampliò fino a toccare quota 3 milioni.
L’importante è che il quantitativo disponibile bastò a soddisfare le numerose richieste – ci furono anzi delle rimanenze –, generate dall’enorme interesse suscitato dall’evento che non aveva precedenti, ma anche dalla crescente popolarità delle carte valori postali e dalla non secondaria richiesta speculativa dell’epoca. Allora la filatela era in pieno boom.
Messi in vendita alle ore 9 del 4 gennaio 1964, pochi minuti dopo il passaggio del corteo papale diretto all’aeroporto di Fiumicino dove il pontefice era atteso dal DC-8 dell’Alitalia diretto ad Amman, i dentelli vaticani presentano le seguenti immagini fotografiche: ritratto di Paolo VI (lire 15), basilica della Natività a Betlemme (lire 25), basilica dello Santo Sepolcro, a Gerusalemme, (lire 70) e Fontana della beta Vergine Maria a Nazaret (lire 160).
«Si temeva – si legge in una cronaca dell’epoca, a firma di Enzo Diena – che, essendosi l’emissione verificata di sabato, con la prospettiva immediata di due interi giorni di chiusura degli uffici (domenica 5 gennaio e lunedì 6 gennaio, Epifania), l’affollamento avrebbe assunto gli aspetti poco dignitosi che si ebbero» con qualche altra emissione. «Fortunatamente, la migliore organizzazione del servizio di distribuzione e la certezza che la tiratura sarebbe bastata per soddisfare ogni richiesta, hanno consentito di evitare spettacoli indecorosi».
Code ragionevoli, quindi per i francobolli, e molto affanno da parte di quanti furono impegnati nella predisposizione delle buste da consegnare alle Poste vaticane per il loro inoltro per via aerea in Terra Santa. Ogni collezionista poteva prenotare, entro le ore 18 di quello stesso 4 gennaio, fino a cinque pezzi, cinquanta i commercianti. Qualcuno alla fine rinunciò. Anche così gli addetti alla bollatura furono costretti a fermare l’orologio e lavorare tutta la notte per apporre sulle buste l’annullo speciale predisposto per la circostanza in modo da essere pronte, l’indomani, per essere inoltrate ad Amman, in Giordania, con normali aerei di linea.
L’allora giovane re Hussein di Giordania volle che anche le sue Poste sottolineassero con particolare evidenza il pellegrinaggio papale. Di qui quattro francobolli con Papa Montini col triregno e Hussein in uniforme di maresciallo e, al centro, a seconda dei vari tagli la moschea di Al Aqsa, la Cupola della Roccia, la basilica del Santo Sepolcro e quella della Natività. La serie giordana venne proposta anche in forma di piccolo foglio dalla tiratura contingentata e, di conseguenza, fonte di una momentanea speculazione che finì col guastare in un certo qual modo la festa postale. Molti collezionisti non furono in grado di procurarsi il piccolo foglio: per il quantitativo volutamente ridotto e per il prezzo – 12 mila lire dell’epoca, contro le circa mille lire della serie – al quale veniva offerto sul mercato italiano.
Sull’eccezionale pellegrinaggio di Montini in Terra Santa, le Poste di Amman tornarono in altre due occasioni. A settembre di quello stesso 1964 ricordando l’abbraccio del Papa con il patriarca Atenagora. Cinque in quel caso i francobolli, con corredo di un piccolo foglio con l’intera serie ad unica immagine: i ritratti di Paolo VI (con una tiara diversa da quella usata per l’incoronazione, e in seguito venduta a scopi benefici), re Hussein e il patriarca Atenagora collocati sullo sfondo di Gerusalemme con la dorata Cupola della Roccia e la basilica del Santo Sepolcro. Nel 1965 arrivarono quattro nuovi dentelli chiamati a far memoria del pellegrinaggio di Paolo VI in Terra Santa.
Decisamente contenuto, una sobrietà che non deve tuttavia trarre in inganno, l’omaggio postale di Israele, affidato a due semplici annulli usati per bollare la corrispondenza in partenza rispettivamente da Gerusalemme e da Nazaret sui quali – per la prima volta – appariva il nome di un Papa. Al di là della forma dimessa di un annullo il tributo fu di grande rilevanza. Vale la pena infatti di ricordare che solamente quattro anni prima le stesse poste israeliane avevano bloccato l’uscita di un francobollo raffigurante un panorama di Nazaret in quanto «colpevole», suo malgrado, di mostrare un campanile sormontato da una croce.