(Milano/g.s.) – Si svolge questa sera a Concesio (Brescia), terra natale di Giovanni Battista Montini, un convegno in occasione dei cinquant’anni del pellegrinaggio che l’ecclesiastico bresciano effettuò in Terra Santa nel gennaio 1964, pochi mesi dopo essere stato eletto papa e aver assunto il nome di Paolo VI.
Il suo fu un gesto di enorme impatto pastorale, che si è imposto con forza come un punto fermo nell’agenda dei successori – Giovanni Paolo II si recò in Terra Santa nel 2000, Benedetto XVI nel 2009 – e che dal 24 al 26 maggio prossimo sarà ripetuto anche da Papa Francesco, proprio per commemorare il viaggio montiniano di mezzo secolo fa.
Il convegno di Concesio è promosso dall’Istituto Paolo VI di Brescia, in collaborazione con la diocesi di Brescia, la Custodia di Terra Santa e la Fondazione Terra Santa (Milano) e si svolge presso l’Auditorium Vittorio Montini. I lavori si aprono con una relazione del presidente dell’Istituto Paolo VI, don Angelo Maffeis che si sofferma in particolare sull’incontro tra papa Montini e il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora.
Un faccia a faccia che pose fine a secoli di incomunicabilità e che rese visibile, come osserva lo stesso Maffeis, «la volontà della Chiesa cattolica di mettere fine all’ostilità e all’indifferenza del passato, per aprire una nuova stagione di incontro e di dialogo».
All’appuntamento di questo pomeriggio, secondo il programma, avrebbe dovuto partecipare anche il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa che però è dovuto restare in Medio Oriente per prendere parte all’ordinazione episcopale di mons. Georges Abou Khazen, frate della Custodia scelto dal Papa come nuovo vicario apostolico per i cattolici latini ad Aleppo (in Siria). Il rito si svolgerà domani pomeriggio a Beirut, in Libano, e sarà presieduto dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali.
Rappresenta quindi il padre Custode a Concesio il delegato della Custodia di Terra Santa per l’Italia, fra Giuseppe Ferrari, che nella sua testimonianza si sofferma sulle relazioni ecumeniche e la ricerca della pace, a partire dalla concreta esperienza dei frati minori, inviati nella terra di Gesù già dal loro fondatore, san Francesco d’Assisi.
«Secoli di convivenza in Medio Oriente – dice padre Ferrari davanti all’attento uditorio che ha gremito la sala – ci hanno abituato, nonostante contrasti inevitabili, a cercare sempre e con insistenza l’incontro con la singola persona, più che con l’istituzione. Da un rapporto di fraternità, riconoscendo prima di tutto l’altro come uguale di fronte a Dio, nasce un terreno comune sul quale costruire relazioni purificate che rendono possibile un’azione per il bene comune e una testimonianza di unità tra credenti».
«Nel corso della plurisecolare presenza dei Frati minori in Medio Oriente – continua Ferrari – si contano schiere di francescani che hanno testimoniato il Vangelo con la vita, fino all’effusione del sangue. E in certi contesti, come la Siria d’oggi, dove è in atto una vera e propria carneficina, siamo al fianco del popolo e dei cristiani di tutte le confessioni. Viviamo concretamente, come ha detto Papa Francesco, quell’”ecumenismo del sangue” che fa apparire le nostre divisioni piccole e insignificanti. E che ci spinge invece a cercare in Cristo il solo criterio d’unità».
Chiude la serata la proiezione del documentario Ritorno alle sorgenti: Paolo VI in Terra Santa, versione restaurata del filmato prodotto nel 1964 dalla Custodia di Terra Santa per celebrare il ritorno del primo papa nella storia in quella che fu anche la patria di san Pietro, primo vescovo di Roma.