Saranno 1.200 le persone che avranno il privilegio di vedere Papa Francesco da vicino il 25 e 26 maggio a Gerusalemme. Sono tre - e tutti al chiuso - i principali appuntamenti di carattere religioso in agenda durante le 28 ore che Bergoglio trascorrerà in città. Così neppure il 10 per cento dei 10 mila cristiani palestinesi locali vedrà il Papa mentre visita i luoghi santi.
(Gerusalemme/m.a.b.) – Saranno 1.200 le persone che a Gerusalemme avranno il privilegio di vedere Papa Francesco da vicino il 25 e 26 maggio. Sono tre i principali appuntamenti di carattere religioso in agenda durante le 28 ore che Bergoglio trascorrerà in città. Tutti e tre si svolgeranno in ambienti chiusi. E d’altronde le misure di sicurezza previste dalla polizia israeliana nella città santa, ne faranno quasi una «città morta». Meno del 10 per cento dei 10 mila cristiani palestinesi locali vedrà il Papa mentre passa per le strade e visita i luoghi santi.
Nell’annunciare il suo viaggio in Terra Santa, il 5 gennaio scorso, il Papa ha centrato il pellegrinaggio sulla commemorazione del cinquantesimo anniversario dell’incontro tra il suo predecessore Paolo VI e il patriarca di Costantinopoli Atenagora. Di conseguenza la Santa Sede ha optato per un viaggio brevissimo, al punto che Francesco non si recherà neanche in Galilea, dove pure vive la maggior parte dei cattolici di Terra Santa.
Nella stessa Gerusalemme, del resto, non è previsto alcun evento pubblico che riunisca tutti i cristiani della città. Già in partenza sono esclusi i bagni di folla. Anche laddove sono previsti i vari appuntamenti del programma ufficiale sarà difficile vedere il Papa, se non addirittura impossibile. Una sorta di «coprifuoco» verrà imposto in città vecchia al passaggio del Pontefice, cosa di cui si dolgono apertamente i cristiani locali in una lettera indirizzata a Bergoglio per il tramite del delegato apostolico a Gerusalemme, mons. Giuseppe Lazzarotto.
Chi sono dunque – al di là degli appuntamenti protocollari, delle visite di cortesia e dei due incontri privati con il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo – i circa 1.200 privilegiati che parteciperanno ai tre momenti a carattere religioso previsti a Gerusalemme?
Domenica 25 alle 19 nella basilica del Santo Sepolcro
Allo storico incontro tra il Papa e il patriarca ecumenico di Costantinopoli all’interno della basilica assisteranno poco più di 400 invitati che prenderanno posto intorno alla tomba vuota di Gesù. Oltre al seguito papale e a quello del patriarca Bartolomeo è prevista la presenza di una quindicina di consoli di stanza a Gerusalemme, dei membri delle comunità religiose che vivono al Santo Sepolcro (greco-ortodossi, francescani, armeni e copti), di altri rappresentanti cristiani ed autorità civili ospiti delle due comunità che curano la regia della cerimonia latina e greco-ortodossa.
Saranno presenti anche i membri dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, quattro patriarchi cattolici orientali, gli arcivescovi e vescovi delle Chiese di Terra Santa (greco-ortodossi, armeni, copti, siriaci, luterani, anglicani, etiopi), alcuni superiori delle comunità religiose e un certo numero di religiosi e laici di Terra Santa impegnati in campo ecumenico.
Considerata la conformazione della basilica, anche molti dei presenti al rito potranno vedere l’incontro solo attraverso grandi schermi allestiti allo scopo dentro l’edificio sacro. Stesso discorso anche per un centinaio di giornalisti accreditati, che seguiranno l’incontro dal sagrato della basilica attraverso un megaschermo.
Lunedì 26 maggio alle 16 al Getsemani
Nella basilica dell’Agonia (o “delle Nazioni”) il Papa incontrerà circa 700 sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e laici consacrati di varie parti del mondo, tutti in servizio o in fase di formazione in Israele e Palestina. È previsto che Francesco rivolga loro un discorso.
Lunedì 26 maggio alle 17.20 al Cenacolo
Alla Messa che il Papa presiederà nella sala del Cenacolo poco prima di ripartire per Roma prenderanno parte solo il seguito papale, gli ordinari di Terra Santa, qualche altro sacerdote e alcuni francescani che cureranno i canti e il servizio liturgico. Si parla di un’ottantina di persone in tutto.