Alcuni volontari della Fondazione cristiana ecumenica di Terra Santa hanno realizzato una croce fatta di tante “briciole” di calcestruzzo ricavate dal muro che separa Israele dai Territori Palestinesi. La croce, testimonianza della sofferenza di un intero popolo, sarà regalata al Papa da Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Palestinese.
(Gerusalemme/g.r.) – Molti palestinesi guardano con speranza all’arrivo di Papa Francesco in Terra Santa. Lo vedono come un’occasione propizia per mostrare al Santo Padre e al mondo intero la sofferenza del loro popolo. Il Palestine News Network riferisce l’iniziativa di alcuni volontari della Fondazione cristiana ecumenica di Terra Santa (Holy Land Christian Ecumenical Foundation, Hcef), i quali hanno realizzato una croce assemblando tanti frammenti di calcestruzzo ricavate, a colpi di martello e scalpello, dal muro che separa Israele dai Territori Palestinesi. La croce, testimonianza di una sofferenza collettiva, sarà regalata al Papa da Mahmoud Abbas (Abu Mazen), presidente dell’Autorità Palestinese.
I volontari sperano che questo dono permetta al Papa di ricordare il dolore del popolo palestinese durante la sua preghiera, anche quando il pellegrinaggio in Terra Santa sarà terminato. In cuor loro si augurano che la croce diventi per tutti un simbolo dell’occupazione e della colonizzazione delle terre palestinesi, come ha spiegato al Palestine News Network John Hanna, direttore delle pubbliche relazioni dell’Hcef.
Il Papa sarà a Betlemme, sul suolo palestinese, domenica 25. Arriverà in elicottero da Amman, in Giordania, e nel pomeriggio ripartirà, sempre in elicottero, alla volta dell’aeroporto Ben Gurion, in Israele. Da lì proseguirà per Gerusalemme, dove in serata abbraccerà il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.