Anche Bergoglio, come già Montini nel suo pellegrinaggio del 1964, il 26 maggio pianterà un ulivo nel giardino del Getsemani. «Questo albero è un simbolo di pace e tutti ci auguriamo che il viaggio del Pontefice porti abbondanti frutti di pace», spiega fra Benito José Choque, il francescano della Custodia di Terra Santa responsabile del santuario.
(Milano/c.g.) – Anche Bergoglio, come già Montini nel suo pellegrinaggio del 1964, pianterà un ulivo nel giardino del Getsemani. Un gesto che è auspicio di pace e prosperità per la Terra Santa. I pellegrini che visitano la basilica dell’Agonia, da cinquant’anni possono osservare l’ulivo di Paolo VI nel recinto sacro che sorge accanto alla chiesa, dove si trovano anche gli otto ulivi millenari che ricordano la Passione di Cristo. Il pomeriggio di lunedì 26 maggio, dopo l’incontro riservato ai consacrati che si svolgerà dentro la basilica, Papa Francesco si recherà nel giardino del Getsemani dove, a pochi metri di distanza da quello di Montini, pianterà il suo ulivo.
«Questo albero è un simbolo di pace e tutti ci auguriamo che il viaggio del Pontefice porti abbondanti frutti di pace», spiega fra Benito José Choque, il francescano della Custodia di Terra Santa responsabile del convento e della basilica e argentino come il Papa. «L’albero che il Papa pianterà – continua il frate argentino – è un dono delle Chiese di Terra Santa. Si tratta di un albero della Palestina». Questo ulivo non è il primo dono che il Papa riceve dal Getsemani: solo poche settimane fa, il Giovedì Santo, durante la messa crismale celebrata nella basilica di San Pietro, Francesco ha consacrato oli ottenuti dalla spremitura di olive degli alberi che si trovano vicino alla basilica dell’Agonia.
Per il gesto di Bergoglio non è stata scelta una pianta qualsiasi. L’ulivo che pianterà, infatti, è una talea presa da uno degli otto alberi millenari del giardino: ulivi «speciali» che sono stati oggetto, negli anni scorsi, di un’accurata indagine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) italiano, pubblicata nel 2012. Gli studiosi del Cnr hanno potuto appurare che gli antichi alberi sono tutti originari del dodicesimo secolo e hanno quindi un’età di circa 900 anni. Dato scientifico importante, confermato dal fatto storico della risistemazione della Basilica e del giardino annesso, avvenute di certo tra il 1150 e il 1170, ad opera dei crociati che avevano appena conquistato Gerusalemme. L’esame sull’impronta genetica (fingerprinting) ha confermato inoltre che le otto piante hanno «profili genetici identici». Un fatto straordinario, spiegabile ipotizzando che probabilmente, nel dodicesimo secolo, il giardino venne risistemato dai crociati con la piantumazione di un certo numero di talee, ovvero di rami, presi però da un unico esemplare «padre», un albero più antico, portatore originario del Dna comune. Il motivo per cui i crociati scelsero un unico albero tra tanti per ripopolare proprio il giardino sacro del Getsemani rimane un mistero. Di certo consideravano l’ulivo «padre» una pianta di valore, forse anche per motivi religiosi. In questo caso potrebbe essersi trattato di un albero molto antico, considerato forse uno di quelli presenti nel giardino ai tempi di Gesù.
L’ulivo che Papa Francesco pianterà il 26 maggio avrà dunque lo stesso Dna delle altre piante del giardino, garantendo così l’integrità e la continuità del patrimonio genetico del luogo.