Al Cenacolo, luogo dell'Ultima cena di Gesù con i discepoli prima della sua passione, ma anche teatro della Pentecoste, il Papa conclude il suo viaggio in Terra Santa con una messa concelebrata con un'ottantina di patriarchi, vescovi, sacerdoti e membri del seguito. Francesco nell'omelia evoca l'amore che spinge al servizio e alla missione.
Guardando Papa Francesco al Cenacolo con in mano il pastorale di legno d’ulivo che gli è stato donato la domenica delle Palme dai carcerati di Sanremo, la memoria non può che andare allo sguardo stranito di Paolo VI, 50 anni fa, quando pose piede nella sala superiore dove Gesù consumò l’ultima cena e dove è nata la Chiesa. «Uno dei luoghi più feriti di Terra Santa, simbolo delle tante ferite della Chiesa», dirà il padre Custode Pierbattista Pizzaballa al termine del rito liturgico. Ma questo luogo è anche intimamente legato al risurrezione: qui il Signore apparve infatti agli apostoli dopo aver vinto la morte, qui mandò lo Spirito Santo sugli apostoli e Maria.
E nel ricordo di Paolo VI, ancora una volta, Papa Francesco pone un segno, usando per l’eucaristia il calice che Montini usò durante la messa al Sepolcro, a sottolineare anche in questo ultimo gesto del suo pellegrinaggio di preghiera, la continuità con quell’evento che ha segnato il corso delle relazioni tra Oriente ed Occidente. E a richiamare, come già detto al Sepolcro, l’ardente desiderio della condivisione della Mensa eucaristica.
Nella sala del Cenacolo, che tante polemiche ha suscitato anche nelle scorse settimane ad opera dei gruppi dell’estremismo religioso ebraico, gli ordinari cattolici di Terra Santa si sono stretti attorno al successore di Pietro in una celebrazione carica di emozione e significato. All’omelia, il Santo Padre ha rimarcato i messaggi che ci arrivano da questo luogo: «Qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita. Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore. Gesù risorto, inviato dal Padre, nel Cenacolo comunicò agli Apostoli il suo stesso Spirito e con questa forza li inviò a rinnovare la faccia della terra (cfr Sal 104,30). Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spirito Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso. Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi che Gesù ha compiuto, come esempio per i suoi discepoli. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa accogliersi, accettarsi, amarsi, servirsi a vicenda. Vuol dire servire il povero, il malato, l’escluso».
I temi della missionarietà, del servizio agli ultimi e agli esclusi, del sacrificio, dell’accoglienza, dell’amicizia tornano con prepotenza nelle parole di Papa Francesco. Temi toccati più volte in questi giorni trascorsi tra Giordania, Palestina e Israele, invocando la pace, la giustizia, il sostegno ai profughi, ai piccoli dimenticati e agli oppressi. Ma che in questo luogo trovano il loro più alto significato nel sacrificio eucaristico, che è sacrificio d’amore che ci richiama alla condivisione, alla fraternità, alla pace e all’armonia tra gli uomini. «Tutti i santi – spiega Papa Bergoglio – hanno attinto da qui; il grande fiume della santità della Chiesa sempre prende origine da qui, sempre di nuovo, dal Cuore di Cristo, dall’Eucaristia, dal suo Santo Spirito».
È toccato a padre Pierbattista Pizzaballa, porgere il saluto finale al Santo Padre (che non ha dimenticato di ringraziare anche i patriarchi cattolici orientali che lo hanno accompagnato durante questo pellegrinaggio). Il Custode di Terra Santa ha rinnovato davanti a Papa Francesco l’impegno dei frati minori francescani di «custodire» i luoghi della Redenzione, nello stile che San Francesco ha indicato: quello dell’umiltà, della condivisione, dei piccoli passi. Come chicco di grano, i figli di Francesco vogliono anche oggi vivere in questa terra con uno stile essenziale, propriamente evangelico, facendosi testimoni dell’umiltà di Dio.
Papa Francesco, poggiato sul suo pastorale di legno d’ulivo, è parso a tratti sorridere.