«Dal primo annuncio della visita del Papa in Turchia si è cominciato a creare un clima d’attesa e ora che abbiamo ricevuto il programma ufficiale, le diverse commissioni di preparazione per questo storico avvenimento sono al lavoro». A parlare è fra Ruben Tierrablanca, frate minore di origini messicane e vicario generale del vicariato apostolico di Istanbul.
«Dal primo annuncio della visita del Papa in Turchia si è cominciato a creare un clima d’attesa: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”! E ora che abbiamo ricevuto il programma ufficiale, le diverse commissioni di preparazione per questo storico avvenimento sono al lavoro. Abbiamo meno di un mese per essere pronti ad accogliere il Vescovo di Roma che presiede la Chiesa universale nella carità».
Fra Ruben Tierrablanca, messicano, vicario generale del vicariato apostolico di Istanbul e superiore della comunità internazionale dei frati minori (voluta dal ministro generale dell’ordine francescano per essere, ad Istanbul, presenza dialogante tra le tradizioni cristiane e con il mondo islamico turco), non nasconde la sua trepidazione per la prossima visita di Papa Francesco in Turchia, dal 28 al 30 novembre prossimi. Una visita che doveva essere inizialmente di un giorno (il 30 novembre). E che via via si è arricchita di appuntamenti e incontri.
Prima tappa sarà Ankara, dove il Papa giungerà venerdì 28; qui visiterà il mausoleo di Ataturk e sarà ricevuto dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Seguirà un incontro con il premier Ahmet Davutoglu e con il presidente del dipartimento degli Affari religiosi. La mattina del giorno dopo, sabato 29 novembre, Francesco si recerà a Istanbul, dove visiterà il museo di Santa Sofia e la moschea blu Sultan Ahmet. Dopo la messa nella cattedrale dello Spirito Santo, si svolgerà una preghiera ecumenica nella chiesa patriarcale di San Giorgio e un incontro privato con il patriarca ecumenico ortodosso Bartolomeo I.
Domenica 30 novembre, giorno della festa di sant’Andrea, patrono della Chiesa di Costantinopoli, Francesco celebrerà messa in privato nella sede della delegazione apostolica, e presenzierà – pronunciando un discorso – alla Divina Liturgia nella chiesa patriarcale di San Giorgio, conclusa dalla benedizione ecumenica e dalla firma della dichiarazione congiunta con il patriarca Bartolomeo I.
«Papa Francesco – spiega fra Ruben – è il quarto pontefice che visita la sede patriarcale di Costantinopoli (Istanbul). I suoi predecessori, il beato Paolo VI, san Giovanni Paolo II e il papa emerito Benedetto XVI hanno tracciato la strada che vuole condurci alla piena comunione con la Chiesa greco-ortodossa. Papa Bergoglio vuole proseguire su questa via coinvolgendo tutti i credenti in Cristo. È questo il motivo centrale della sua visita».
Fra Ruben e gli altri membri della fraternità di Istanbul sono reduci da un’esperienza dei tutto particolare. «Il 23 ottobre Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli e arcivescovo d’Istanbul, ha ricevuto in udienza i partecipanti al corso di formazione al dialogo dei Frati minori, che la nostra comunità organizza ogni anno a Istanbul. Ci ha accolto con affetto fraterno e ci ha parlato con grande entusiasmo. Gli abbiamo chiesto dell’imminente visita di Francesco. Riporto due sue espressioni che parlano da sé: “Insieme con il Vescovo di Roma, l’antica Roma, vogliamo lavorare per la santa causa dell’unità in Cristo”. E ancora: “Non soltanto i vescovi, ma tutta la Chiesa, pastori e fedeli, tutti dobbiamo lavorare insieme per raggiungere la piena comunione”. Davvero Bartolomeo desidera la piena comunione di tutti i cristiani».
«La Chiesa cattolica d’Istanbul, formata da latini, armeni, caldei e siriani – conclude fra Ruben – si trova a vivere un momento gioioso e familiare. Il nostro sguardo è tutto rivolto all’Eucaristia che Papa Francesco celebrerà nella cattedrale di Santo Spirito sabato 29 novembre alle 16. Avrà solo due ore a disposizione, ma sarà un momento di grazia che certamente ci confermerà nella fede. Vogliamo ascoltare le sue parole che ci daranno entusiasmo e coraggio per mantenerci fedeli al Vangelo nella Terra Santa della Chiesa. Dato che come cattolici siamo una minoranza tra le minoranze religiose in Turchia, com’era ai tempi apostolici in Asia Minore, la nostra presenza dovrà diventare aperta testimonianza di speranza per tutti i credenti di questo Paese».
Le statistiche diffuse dalla Santa Sede in vista dell’imminente viaggio papale parlano di 53 mila fedeli cattolici (lo 0,07 per cento della popolazione totale, che supera i 76 milioni di abitanti). Le circoscrizioni ecclesiastiche (diocesi e vicariati) sono 7 e le parrocchie 54 (più altri 13 centri pastorali). I sacerdoti sono 58 (di cui solo 6 diocesani), le religiose 54. Anche in Turchia la Chiesa gestisce scuole (23 tra materne, elementari e medie), ospedali e ambulatori (5), istituti per anziani, invalidi e disabili (5), istituzioni rieducative (6).