La Colletta. Un sussidio per capire e per pregare insieme
I cristiani di Terra Santa sono una realtà ormai minoritaria nel quadro dell’odierno Medio Oriente. Secondo un calcolo realistico, in Israele e Palestina non sono più di 160-180 mila (almeno quelli autoctoni). Nei Paesi limitrofi, toccati dalla guerra, la loro presenza, un tempo fiorente, sta diminuendo tragicamente. Chi sono queste comunità che vivono, da duemila anni, in una terra tormentata e santa, in un altalenarsi di tempi più o meno violenti, in minoranza, e mai in situazione tranquilla?
Essere cristiani in Terra Santa, oggi, come ci spiega anche Papa Francesco nella sua lettera natalizia rivolta proprio ai fedeli di quelle terre, non è facile. Trovarsi, dopo duemila anni di cristianesimo, ad avere bisogno del sostegno delle altre comunità cristiane nel mondo, a sopportare persecuzioni e discriminazioni, a patire guerre, morte e distruzione, potrebbe far apparire la loro situazione irrimediabilmente persa.
Non basta l’imponente flusso di pellegrini, che sfida le insicurezze di quella regione, a garantire a questi fratelli spesso dimenticati il necessario appoggio. Serve di più: la nostra attenzione e la nostra preghiera. Perché la sorte di quelle comunità ci deve interessare. Come dice il Salmo, in quella Terra Santa «tutti siamo nati».
La Colletta del Venerdì Santo, che si celebra ogni anno, è lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi al fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente e per contribuire a salvaguardare, attraverso l’opera della Custodia di Terra Santa e delle Chiese locali, i santuari della memoria cristiana.
La richiesta di contribuire al sostegno della comunità di Gerusalemme risale addirittura ai tempi apostolici, con san Paolo. I papi, nel corso dei secoli, hanno poi confermato e consolidato questa tradizione, affidata in special modo ai Frati minori della Custodia di Terra presenti in ogni parte del mondo attraverso i Commissariati di Terra Santa.
Il sussidio che proponiamo alle comunità cristiane e agli animatori si compone di tre parti: una prima sezione ci offre la parola del Papa sulla situazione dei cristiani in Oriente e uno sguardo, attraverso un intervento del padre Custode fra Pierbattista Pizzaballa, sul significato della Colletta e sull’utilizzo dei fondi raccolti in ogni angolo del globo. Una parte centrale offre strumenti per comprendere la situazione dei cristiani locali e delle Chiese presenti nell’area del Medio Oriente.
La parte finale è invece la proposta di celebrazione della Via Crucis e l’invito alla preghiera a sostegno della presenza cristiana in Terra Santa. La condivisione spirituale e la memoria della morte e della risurrezione di Cristo, fondamento della nostra fede, continuano a essere il modo per vivere più pienamente la vicinanza ai Luoghi Santi e ai fratelli che vivono in quella terra benedetta.
(* Presidente della Fondazione Terra Santa, Delegato del padre Custode per l’Italia)
Per ordinazioni: Fondazione Terra Santa, Ufficio commerciale 02.345.92.679; email: commerciale@edizioniterrasanta.it
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Le necessità della Chiesa di Terra Santa
La Colletta Pro Terra Santa è una delle raccolte obbligatorie (insieme all’Obolo di San Pietro del 29 giugno e alla Giornata missionaria mondiale) che viene svolta il Venerdì Santo (o nella data che l’ordinario del luogo ritiene più opportuna) in favore delle opere e delle necessità della Terra Santa. Nell’esortazione apostolica di Paolo VI Nobis in animo, del 25 marzo 1974, «sulle accresciute necessità della Chiesa in Terra Santa», vengono precisate le modalità della Colletta. Ecco alcuni passaggi dell’esortazione apostolica che si riferiscono alla Colletta:
1. In tutte le chiese e in tutti gli oratori, appartenenti sia al Clero diocesano che religioso, una volta l’anno – il Venerdì Santo o in altro giorno designato dall’ordinario del luogo –, insieme alle particolari preghiere per i nostri fratelli della Chiesa di Terra Santa, si raccolga una colletta, a loro parimente destinata. I fedeli siano avvertiti, con congruo anticipo, che detta colletta sarà devoluta per il mantenimento non solo dei Luoghi Santi, ma prima di tutto delle opere pastorali, assistenziali, educative e sociali che la Chiesa sostiene in Terra Santa a beneficio dei loro fratelli cristiani e delle popolazioni locali.
2. Le offerte siano tempestivamente rimesse dai Parroci e dai Rettori delle chiese e degli oratori al proprio Ordinario, il quale le consegnerà al Commissario di Terra Santa più vicino.
3. La S. Congregazione per le Chiese Orientali provvederà, a norma delle istruzioni da Noi impartite, ad assicurare che la Custodia di Terra Santa e la Gerarchia locale, nel rispetto delle loro competenze, possano continuare le loro Opere, consolidarle e svilupparle maggiormente, in piena armonia tra di loro ed in stretta cooperazione con gli altri Organismi che hanno speciali vincoli con la Terra Santa ed hanno a cuore le sorti di quella Chiesa locale.