«Carissimi, ieri, 26 febbraio 2015, alle ore 17.05, durante la Messa serale, è caduto un ordigno vicino alla nostra chiesa di Azizieh. È precipitato in un negozio dei nostri vicini ed è esploso lasciando due cadaveri e diversi feriti. Per la nostra chiesa ci sono stati danni solo materiali: alcune vetrate sono andate in mille pezzi sulla gente che pregava, ma senza che nessuno sia rimasto ferito. Così anche per diverse finestre e vetri delle aule degli scout e del catechismo. Purtroppo, per strada, il risultato è stata la morte di un uomo (Agop) e una giovane donna (Sima, 20 anni); quell’ultima frequentava la nostra biblioteca». Questa testimonianza giunge da Aleppo, a firma di fra Ibrahim Sabagh, Frate minore della Custodia di Terra Santa, parroco ad Aleppo. È una delle tante voci che ci arrivano da quelle terre martoriate, verso le quali non dobbiamo far calare la nostra attenzione e la nostra preghiera.
In questo numero della rivista ci siamo occupati di tante tragedie che hanno toccato e toccano il Medio Oriente cristiano: il centenario del genocidio armeno, la situazione dei profughi siriani in Turchia, la tragedia degli assiri perseguitati dallo Stato islamico nel nord della Siria, l’orrenda decapitazione dei cristiani copti a Sirte, in Libia, sempre per mano degli adepti del Califfato. Sembra che la situazione di tante comunità cristiane sia senza via d’uscita. Ci sono Paesi dove è reato dirsi cristiani; dove è impossibile portare una croce, dove è pericoloso pregare… Secondo le cifre fornite nel 2013 dal cardinale Jean-Luois Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, nel mondo sarebbero tra i 100 e i 150 milioni i cristiani perseguitati. Il che fa del cristianesimo, nei vari contesti, la religione più perseguitata del Pianeta.
Un resoconto quanto mai drammatico ma preciso e puntuale della situazione nei vari Paesi, è contenuta nel volume recentemente curato da Jean Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Riccardi Il libro nero della condizione dei cristiani nel mondo (Mondadori, 2014, 20 euro). Il libro offre uno sguardo planetario sulla condizione dei cristiani, approfondendo situazioni note e mettendo in evidenza situazioni lontane dai riflettori della cronaca. La sezione dedicata a Nordafrica e Medio Oriente è quanto mai precisa nel descrivere le tante croci che i cristiani si trovano a portare: dalla Siria all’Iraq, dal Libano a Israele/Palestina, passando per Turchia, Arabia Saudita e Libia. «Esodo, discriminazione, sofferenza, persecuzione, scomparsa: sono i termini più spesso associati ai cristiani del Medio Oriente nei titoli che la stampa dedica loro di questi tempi», annota Bernard Heyberger, professore di Storia moderna presso l’Università Rabelais di Tours, Francia.
Sarà davvero questo il futuro dei cristiani? Per vocazione i fedeli in Cristo hanno un atteggiamento positivo e aperto al futuro, perché hanno fede in un Uomo che ha sconfitto la morte e la disperazione. E per questo il loro ruolo è quello di essere essi stessi futuro e speranza.
Ce lo testimonia ancora una volta fra Ibrahim da Aleppo: «Il dubbio, la paura, lo spavento, l’amarezza e la disperazione rischiamo di prendere il sopravvento sulla gente. Ricominciamo quindi, daccapo, a seminare il terreno devastato con i semi della fede e della speranza».