Cliniche mobili per l’assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza
La situazione di Gaza non smette di preoccupare. Dalla fine dei bombardamenti sulla Striscia ad oggi, nell’agosto 2014, il panorama della città non è cambiato granché: cumuli di macerie e strade ridotte ad un colabrodo. La ricostruzione promessa (grazie ai fondi dei donatori internazionali) non si è ancora vista.
Una delle drammatiche conseguenze della guerra sulla popolazione civile (ricordiamo che l’operazione militare della scorsa estate ha mietuto 2.200 vittime palestinesi e 72 israeliane, oltre a migliaia di feriti e mutilati) è un peggioramento drastico della già scarsa assistenza sanitaria. Oltre cento le strutture sanitarie colpite, 18 delle quali gravemente danneggiate.
Per questa ragione Caritas Jerusalem ha deciso di scendere in campo con l’acquisto di alcune cliniche mobili per fornire servizi medico-sanitari per i residenti della Striscia di Gaza (anche grazie al sostegno della Banca di Palestina).
Quello messo in atto da Caritas Jerusalem è un intervento che potrebbe diventare un modello in un’area dove è più che mai difficile fornire assistenza medica specialmente a bambini e anziani. La prima clinica mobile entrata in servizio coprirà un’area di 80 mila persone, permetterà di trattare almeno 50 pazienti al giorno e avrà un team sanitario di sei persone, tra cui uno psicologo. Tra le tante necessità di un territorio ancora profondamente piagato dalle conseguenze della guerra, ci sono infatti i traumi psicologici. Perché le ferite della guerra sono sulla pelle, ma oggi è più che mai urgente soccorrere anche coloro, specie minori, che si porteranno nell’anima l’orrore della violenza e della distruzione.