Lo Yemen ancora nel vortice della crisi militare e umanitaria
Nella giornata di ieri, 16 luglio, una parte del governo yemenita, in esilio in Arabia Saudita, è tornato ad Aden. Alcuni ministri e alti ufficiali hanno rimesso piede nel Paese dopo la riconquista della città da parte delle forze lealiste del presidente Mansour Hadi, resa possibile dal massiccio sostegno dell’aviazione saudita. Ma il Paese resta nel caos e in una situazione di emergenza umanitaria.
Nella giornata di ieri, 16 luglio, una parte del governo yemenita, in esilio in Arabia Saudita, è tornato ad Aden. Una delegazione composta da alcuni ministri e alti ufficiali ha rimesso piede nel Paese dopo la riconquista della città da parte delle forze lealiste del presidente Mansour Hadi, resa possibile dal massiccio sostegno dell’aviazione saudita, che da mesi ormai è impegnata a contrastare le forze ribelli sciite. Compito della delegazione, creare le condizione per ristabilire l’esecutivo ad Aden.
La capitale yemenita Sana’a è invece ancora sotto il controllo delle milizie sciite houthi, che godono del sostegno di Teheran. In un anno dall’inizio del conflitto, sarebbero diverse migliaia le vittime. Dei 25 milioni di yemeniti, 21 milioni necessiterebbero secondo l’Onu di urgenti aiuti umanitari. Ma il cessate il fuoco di 10 giorni (con inizio il 10 luglio), chiesto dalle Nazioni Unite proprio per portare gli aiuti nelle aree più disastrate, non è durato che poche ore. Tanto che il conflitto appare per molti versi fuori controllo. Oltre ai lealisti e alle milizie sciite, sul campo sono presenti altre formazioni sunnite della galassia jihadista, armate e sostenute dall’Arabia Saudita. La frammentazione delle forze in gioco e la pluralità degli attori rende sempre più difficile intraprendere colloqui di pace e ottenere un reale controllo sul territorio.
Nel gorgo del conflitto yemenita, preoccupa sopra ogni cosa la situazione dell’infanzia. L’Unicef, in un comunicato del 10 luglio scorso, ha stigmatizzato la situazione drammatica di milioni di bambini yemeniti, che non hanno di che mangiare e necessitano di urgenti cure mediche. Secondo le stime del team sanitario dell’Unicef nel Paese, sarebbero oltre 2 milioni e mezzo i minori che soffrono di malnutrizione grave. Un milione e 300 mila rischia infezioni respiratorie acute; 2 milioni e 600 mila non hanno alcuna protezione contro le malattie infettive, tipo il morbillo.
«I nostri team mobili e il personale medico devono affrontare condizioni estremamente pericolose e rischiano la vita per raggiungere i bambini e le donne ovunque sia necessario», ha dichiarato il rappresentante Unicef Julien Harneis. «Il Paese ha davvero bisogno di un ritorno alla pace, la fine della crisi del carburante e il ripristino dei servizi sanitari regolari», ha aggiunto.
Per continuare ad offrire i servizi di prevenzione e di trattamento ai bambini yemeniti, l’Unicef stima serviranno nel corso dell’anno almeno 34 milioni di euro sul versante sanitario; altri 41 milioni per i programmi di lotta alla denutrizione.
(Su Twitter: @caffulli)