«Anche noi, come Gesù, ogni tanto piangiamo. Un po’ di lacrime non fanno male a Gerusalemme…». Sono parole pronunciate da mons. Fouad Twal, il patriarca latino di Gerusalemme, alla Giornata delle associazioni per la Terra Santa, che si è svolta a Roma lo scorso 24 ottobre. Ad ascoltarlo, 110 partecipanti provenienti da molte regioni italiane.
«Gesù ha guardato la Terra Santa dal Monte degli Ulivi e ha pianto. Mi chiedo se le lacrime di Gesù in quel tempo abbiano portato frutti o no… Sulle orme di Gesù, noi che prestiamo servizio in Terra Santa preghiamo, aspettiamo e ogni tanto piangiamo. Un po’ di lacrime non fanno male a Gerusalemme…». Sono accorate le parole pronunciate da mons. Fouad Twal, il patriarca latino di Gerusalemme, alla Giornata delle associazioni per la Terra Santa, che si è svolta a Roma lo scorso 24 ottobre. Ad ascoltarlo, 110 partecipanti provenienti da molte regioni italiane in rappresentanza di 13 associazioni che a vario titolo si occupano di Terra Santa e di 8 diversi commissariati della Custodia.
Una giornata intensa, organizzata per far incontrare le tante realtà di volontariato ma anche per approfondire la conoscenza del Medio Oriente cristiano. Due gli interventi della mattinata: fra Alessandro Cavicchia, dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme ha tenuto una relazione dal titolo: Terra Santa: il luogo dove la misericordia si è manifestata, mentre Elena Bolognesi, delle Edizioni Terra Santa, ha approfondito la figura delle due sante palestinesi canonizzate il 17 maggio di quest’anno: suor Marie Alphonsine e suor Mariam Baouardy.
Nel pomeriggio l’architetto Enrico Pedri, del consorzio Un listello per Cafarnao, ha illustrato gli interventi di recupero felicemente riusciti in alcuni luoghi santi come la Grotta dell’Annunciazione di Nazaret. Mentre fra Francesco Ielpo, commissario di Terra Santa della Lombardia, ha motivato il servizio svolto dai volontari indicando alcuni dei progetti seguiti da ATS Pro Terra Sancta, la ong della Custodia.
Ospite graditissimo della Giornata è stato padre Jihad Youssef, sacerdote della comunità monastica di Mar Musa, in Siria. «Ci sarà, in futuro, una presenza cristiana in Siria? – si è domandato padre Jihad –. Io credo, se le cose continuano così, che un giorno potreste andare in Siria a visitare i cristiani come si va a vedere una specie in via di estinzione… Sarà una presenza solo simbolica, un’assoluta minoranza. Andrà a finire così se la comunità internazionale non decide di cambiare veramente politica e di trattare davvero il popolo siriano con solidarietà, con una logica diversa da quella del guadagno e degli interessi. Perché oggi, sempre di più, o viviamo in modo solidale, da fratelli e sorelle, o non viviamo».
Anche il patriarca Fouad Twal ha concluso il suo intervento con parole di speranza: «Se abbiamo ancora un po’ di respiro e di entusiasmo – ha detto il patriarca – è grazie alla stessa persona che duemila anni fa ha detto: “Non abbiate paura. Io sono con voi. Non siete soli, non vi lascerò soli. Coraggio! Prima di voi sono caduto mille volte sulle stradine strette di Gerusalemme. Prima di voi mi hanno maltrattato, prima di voi ho portato una croce da non poterne più, eppure ho continuato la strada”. Se c’è lui che dice: “Non abbiate paura”, moralmente e spiritualmente non dobbiamo avere paura».