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Per gli yemeniti in guerra un nemico in più: le zanzare

Laura Silvia Battaglia
1 febbraio 2016
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Secondo l’Organizzazione mondiale dalla sanità (Oms), a causa della guerra in corso lo Yemen sta attraversando la sua peggiore crisi umanitaria. Nelle aree maggiormente prospicienti al mare e nel Centro del Paese, lì dove gli scontri sono più intensi (Hodeida, Taiz), si affaccia una nuova emergenza: la febbre dengue.


Non c’è pace per gli abitanti dello Yemen la cui sorte, appesa ai colloqui di pace di Ginevra avviati a dicembre, continua a rimanere incerta.

La situazione sanitaria di milioni di abitanti continua a peggiorare ed è ormai chiaro, secondo l’Organizzazione mondiale dalla sanità (Oms), che questa è la peggiore crisi umanitaria del Paese ancorché una delle meno raccontate al mondo. In particolare, nelle aree maggiormente prospicienti al mare e nel Centro del Paese, lì dove gli scontri sono più intensi (Hodeida, Taiz), si affaccia una nuova emergenza: la febbre dengue.

Anche se infetta centinaia di milioni di persone ogni anno ed è endemico in più di 100 Paesi al mondo, il virus della zanzara dengue non è particolarmente pericoloso. La stragrande maggioranza delle persone infette sviluppano, infatti, solo sintomi collaterali e la maggior parte di coloro che contraggono la malattia hanno bisogno solo di cure mediche di base via flebo. Questo trattamento riduce il rischio di morte a meno dell’1 per cento. Ma, in condizioni di conflitto prolungato, può non esserci alcuna garanzia di cura. Ed è esattamente quel che sta accadendo a Taiz, dove un focolaio di febbre si è trasformato in un’emergenza sanitaria.

Già da settembre l’Oms aveva lanciato un appello di emergenza per permettere l’accesso agli aiuti umanitari in città, per combattere la malattia in caso di «picco estremo». Considerato che si continua a combattere, ottenere cure per chi ne ha bisogno, in una città piena di febbre dengue, è praticamente impossibile.

Taiz è attualmente la prima città sulla linea del fuoco nella guerra civile in Yemen, che oppone il Nord occupato dai ribelli Houthi contro una serie di forze sostanzialmente fedeli all’esiliato presidente Abbdu Rabu Mansour Hadi e sostenute da una campagna di bombardamenti del Consiglio di cooperazione del Golfo a guida saudita.

A Taiz le strade sono deserte, non fosse per la presenza di gruppi di uomini armati. La maggior parte dei residenti è fuggita in campagna, ma migliaia di persone sono ancora nascoste nelle loro case e non hanno altro posto dove andare. Le scuole e le università sono chiuse, la fornitura d’acqua è stata tagliata e le porte dell’ospedale pubblico sono chiuse.

Secondo i dati ufficiali dell’Oms, in città ci sono stati oltre 1.200 casi sospetti di febbre dengue. Ma i rapporti locali, tra cui quelli stilati dal gruppo sanitario Coalizione di soccorso nella città di Taiz, dicono che il numero reale dei casi è di dieci volte superiore e che 15 persone muoiono ogni settimana.

La malattia si diffonde a causa della mancanza di approvvigionamento idrico adeguato, che ha costretto la popolazione a raccogliere l’acqua piovana in contenitori scoperti, creando così terreno fertile per il moltiplicarsi delle zanzare portatrici di malattie.

Inoltre, «l’accesso limitato ai servizi sanitari, la ripartizione dei servizi di approvvigionamento e di depurazione, nonché l’accumulo di spazzatura hanno facilitato la diffusione della febbre dengue nel governatorato», dice Ahmed Shadoul, rappresentante dell’Oms per lo Yemen.

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