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Il ciclico ritorno di Pesach

Terrasanta.net
12 aprile 2025
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Il ciclico ritorno di <i>Pesach</i>
In Israele una famiglia riunita per il Seder di Pesach intenta a leggere la narrazione dell'esodo degli israeliti dall'Egitto. (foto Nati Shohat/Flash90)

In questo 12 aprile 2025, anno 5785 secondo il calendario ebraico, inizia la festa di Pesach. Stavolta precede di pochi giorni la Pasqua cristiana, che quest'anno tutti – cattolici, ortodossi o protestanti – celebreranno il 20 aprile.


Dal tramonto di sabato 12 aprile a domenica 20 aprile si celebra Pesach, la Pasqua ebraica, che commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù d’Egitto, narrata nel Libro dell’Esodo, il secondo dei cinque libri che compongono la Torah (che i biblisti cristiani chiamano Pentateuco). La festività inizia sempre col tramonto che precede il giorno 15 del mese ebraico di Nisan. Come la Pasqua cristiana – che deriva da quella ebraica – Pesach è una festa mobile. Coincide col primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Mentre la Pasqua cristiana ricorre sempre di domenica (il dies Domini, che anche settimanalmente ci ricorda la risurrezione del Signore Gesù), Pesach può cadere in un giorno qualunque del calendario. Dura otto giorni per gli ebrei della diaspora e sette per chi vive in Israele.

Secondo il racconto biblico dell’Esodo (in ebraico il libro si intitola Nomi – שמות – con riferimento all’esordio del primo versetto) gli ebrei erano schiavi in Egitto da generazioni quando Mosè, su mandato divino, si presentò al faraone per chiedere la liberazione del popolo. Di fronte al rifiuto del sovrano, Dio colpì l’Egitto con dieci piaghe, l’ultima delle quali – la morte dei primogeniti – indusse il faraone a capitolare. Gli ebrei lasciarono l’Egitto in fretta e furia, tanto che non ebbero il tempo di lasciar lievitare il pane: da qui nasce l’uso del matzà, il pane azzimo.

Pesach significa «passaggio, passare oltre», in riferimento all’episodio in cui Dio «passò oltre» le case degli ebrei segnate con il sangue dell’agnello, risparmiando così i loro primogeniti.

I riti della Pasqua iniziano giorni prima della festa. Una delle pratiche principali è la rimozione di ogni traccia di chametz (alimenti lievitati) dalla casa. Per questa ragione si fanno grandi pulizie. Questo rito, chiamato bedikat chametz, è spesso eseguito con grande attenzione e coinvolge tutta la famiglia. Il chametz viene bruciato o venduto simbolicamente a un non ebreo.

La sera del 14 di Nisan si celebra in ogni famiglia la cena di Seder, durante la quale si legge l’Haggadà (la narrazione) dell’uscita dall’Egitto, e si consumano matzà (il pane azzimo), maror (erbe amare, a ricordo dell’amarezza della schiavitù), charoset (un impasto dolce di frutta e vino), zroa (una costoletta di agnello arrosto, a memoria del sacrificio pasquale) e beitzà (un uovo sodo, simbolo del lutto per la distruzione del Tempio). Il tutto disposto su un piatto da portata speciale chiamato kearà. I bambini sono chiamati a partecipare al Seder ponendo le «quattro domande» (Mah Nishtanà) che introducono la narrazione dell’Esodo. Quest’anno (il 5785 secondo la numerazione ebraica), dato che il Seder cade di Shabbat, giorno in cui gli ebrei non possono cucinare cibi, le pietanze tipiche sono state preparate in anticipo, entro il tramonto di venerdì 11 aprile.

In Israele, per Pesach scuole e uffici chiudono; molte famiglie raggiungono i parenti o partecipano a eventi pubblici. Le tradizioni delle varie componenti dell’ebraismo possono variare: gli ebrei ashkenaziti (di provenienza mitteleuropea) e sefarditi (cioè discendenti delle comunità che dimoravano nella penisola iberica fino alle espulsioni della fine del secolo XV) seguono regole alimentari leggermente diverse tra loro durante la festa. Supermercati e negozi smettono di vendere prodotti lievitati, e anche nei ristoranti si serve solo cibo kasher lePesach, cioè in linea con i dettami previsti dalla festa.

Nella diaspora, Pesach rappresenta un momento di recupero e rafforzamento dell’identità religiosa. Nelle comunità ebraiche, specie le più piccole, il Seder diventa occasione per consolidare la coesione tra i membri della comunità.

La Pasqua ebraica, specie dalla costruzione dello Stato d’Israele, è anche occasione per riflettere su temi come la libertà, la giustizia e la solidarietà. Per molti ebrei contemporanei è scontato collegare il messaggio dell’Esodo con le lotte moderne per la nascita dello Stato e per l’affermazione dei diritti del popolo ebraico.

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