Sta nascendo un nuovo cammino di 175 chilometri, ispirato agli Atti degli Apostoli, ma ricco di occasioni di riflessione che spaziano dall’Antico Testamento alla contemporaneità. Per essere pellegrini sulle strade della Terra Santa e aprirsi al mondo. Ne parliamo con il curatore, Silvano Mezzenzana
È la «Via dell’Apostolo», un cammino in sette tappe da Gerusalemme a Cesarea Marittima, che ha come testo guida gli Atti. «Un tragitto che si può definire di “superamento dei confini” – ci spiega il suo curatore –. Tutto il percorso con gli Atti degli apostoli è un passaggio della fede cristiana dall’ambiente semita all’ambiente greco-romano, al resto del mondo. Un’operazione grandiosa compiuta da Pietro e soprattutto da Paolo».
Appassionato di studi biblici, Mezzenzana da quarant’anni esplora la Terra Santa e il Medio Oriente accompagnando gruppi di pellegrini e turisti. Nella seconda metà di gennaio 2025, insieme a tre compagni, ha percorso il nuovo tragitto con l’idea di proporlo in estate. Il cammino avrebbe, in questo Anno santo 2025, una conclusione a Roma nelle basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le Mura, alle tombe degli apostoli.
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I nomi delle comunità ebraiche italiane nella «Valle delle comunità», presso lo Yad Vashem. (foto S. Mezzenzana)
Partendo dal Cenacolo, luogo della Pentecoste, la prima tappa vede il passaggio da Yad Vashem e Ain Karem, per giungere all’eremo di San Giovanni nel Deserto. Un tratto legato alla figura di Giovanni Battista, ma che a Yad Vashem solleva la domanda su come si fa a pregare Dio dopo Auschwitz. «Una domanda che molti si sono posti dopo la Shoah – osserva –. Ci interroghiamo su questo primo confine da superare: come continuare oggi a credere in Dio?».
Nella seconda tappa si raggiunge Abu Gosh, dove l’Arca dell’alleanza fu restituita agli ebrei dopo l’avevano persa in battaglia contro i Filistei. «Entra in gioco qui il tema “Gott mit uns”, l’idea di Dio “dalla mia parte”. Così hanno pensato gli ebrei, allora, e hanno perso. Così hanno pensato in tanti nella storia e sono stati sconfitti». Abu Gosh è anche uno dei luoghi identificati con Emmaus. Da lì si prosegue per Latrun, un monastero all’inizio della Shefela, la zona di colline a ovest dei monti di Giuda. Una tappa che è occasione per riflettere su che cosa si fonda l’aderenza al vangelo: ascolto della parola, riconoscersi in una comunità, spezzare il pane…
Una pluralità di incontri
Il percorso permette di fare esperienze di convivenza con monaci diversi. A San Giovanni l’accoglienza è dei francescani, ad Abu Gosh dei benedettini e a Latrun dei trappisti. Una visita al cimitero di Nahshon, dove è sepolta la figlia di Rani Elhanan, membro dei Parents Circle, uccisa a 14 anni in un attentato, diventa un momento per fare memoria di quello che sono state le Intifada e il continuo conflitto, e l’esperienza di questo forum di famiglie ebree e palestinesi che hanno sofferto per l’uccisione di un proprio caro e hanno intrapreso un percorso di apertura all’altro.
A Ramla, invece, si fa memoria di Giuseppe di Arimatea. La riflessione qui è dedicata ai «cristiani nascosti», così chiamati dal teologo Karl Rahner. Come Giuseppe di Arimatea, non hanno mai rinunciato al loro posto nel Sinedrio, ma evidentemente erano discepoli, tenendo una doppia identità. Giuseppe alla fine ha il coraggio di offrire la tomba, anche se non fa parte della comunità degli inizi.
Nella tappa successiva in direzione della costa, si attraversano due villaggi abitati da ebrei tradizionali appartenenti a una corrente chassidica. «Il villaggio di Kfar Chabad è molto accogliente. Abbiamo incontrato la gente di sabato quando, tutti vestiti a festa, si recavano alla sinagoga». Si tratta della tappa più difficile dal punto di vista fisico perché ci sono da attraversare una serie di insediamenti urbani, autostrade…: il cammino si inoltra nella metropoli dove vive quasi la metà degli israeliani.
Superati gli ostacoli, il percorso porta a Giaffa. «È inevitabile passare da questo luogo, dove Pietro vive il superamento del confine». Dopo Tel Aviv il gruppo visita una moschea molto frequentata, in una bella posizione sul mare, bene accolti dai musulmani locali. «Un continuo incontrarsi con dei confini che vanno superati».
Da qui in poi il cammino segue la costa del Mediterraneo verso nord, fino a Cesarea Marittima, la città romana dove Pietro accoglie nella Chiesa Cornelio, il centurione che è stato primo pagano convertito. A Cesarea Paolo è fatto prigioniero, ma matura il desiderio di partire per Roma.
«Mentre nelle altre tappe riusciamo ad avere un’ospitalità presso case religiose, conventi, in ambiente da pellegrinaggio – spiega Silvano –, a Giaffa non ci sono luoghi per accogliere pellegrini, nemmeno presso strutture di protestanti o ortodossi. Le due parrocchie francescane non hanno spazi. Ci affidiamo quindi a un ostello laico, molto centrale della catena Abraham, che ha una visione pacifista e aperta».
Mezzenzana racconta un altro aspetto di questo cammino «preparatorio»: «Abbiamo fatto il pellegrinaggio in quattro, ma abbiamo coinvolto più di 150 persone. Ho proposto di aiutare la Terra Santa scommettendo una piccola cifra su ogni chilometro percorso. C’è chi ha dato dieci centesimi, chi un euro. Abbiamo raccolto così più di duemila euro destinati ad aiuti alla Terra Santa. Ovviamente noi abbiamo coperto personalmente le nostre spese. In cambio cosa «restituivamo»? Ogni giorno una breve riflessione, una decina di foto e un riassunto scritto della tappa. Per cui le persone a casa ci hanno accompagnato. È una formula che, anche in un pellegrinaggio tradizionale di una parrocchia consente a chi resta a casa di fare in qualche modo un cammino insieme.
Mezzenzana aveva tracciato nel 2018 il «Sentiero del Discepolo», undici tappe da Nazaret a Gerusalemme avendo come guida il Vangelo di Luca, un itinerario messo a punto con la realizzazione della guida e della app dedicata. Ora i curatori della «Via dell’Apostolo» stanno editando il tragitto, che rientrerà in una nuova app, in via di realizzazione.
Le tappe della «Via dell’Apostolo»
1 – Gerusalemme / Yad Vashem / Ain Karem / San Giovanni nel Deserto
2 – San Giovanni nel Deserto / Abu Gosh (con Kiryat Yearim e Saxum)
3 – Abu Gosh / Emmaus Nicopolis / Latrun (con Neve Shalom-Wahat al Salam)
4 – Latrun / Nahshon / Ramla
5 – Ramla / Kfar Chabad / Giaffa-Tel Aviv
6 – Giaffa-Tel Aviv / Netanya
7 – Netanya / Cesarea Marittima
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Le sette tappe della «Via dell’Apostolo»
Una app in arrivo
Un’opportunità per vivere la Terra Santa anche a distanza è offerta dall’app «Pellegrini in Cammino». Questa app gratuita, sarà disponibile su PlayStore e Apple Store, e permetterà di seguire quattro cammini spirituali ispirati ai luoghi più significativi della Bibbia: il «Sentiero del Discepolo», la «Via dell’Apostolo», l’«Itinerario dei Magi» e il percorso «Da Nazaret a Cafarnao».
Ogni cammino sarà arricchito da tracce Gps che guidano passo dopo passo, offrendo la possibilità di esplorare i luoghi sacri con maggiore profondità. Ogni tappa includerà punti di interesse storici e biblici, consigli pratici di viaggio, e meditazioni spirituali che accompagnano il cammino. Inoltre, saranno forniti i passi della Bibbia relativi ai luoghi attraversati. (f.p.)