Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Perché la Diaspora può salvare Israele da sé stesso

Manuela Borraccino
2 dicembre 2024
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Perché la Diaspora può salvare Israele da sé stesso

Il rapporto del sionismo religioso di oggi con i diversi sionismi del passato; i silenzi della Diaspora dopo il 7 ottobre 2023; perché l’antisionismo non può essere equiparato all’antisemitismo... Riflessioni scomode di una voce autorevole dell’ebraismo europeo.


Che cosa rimane dopo 14 mesi di guerra – nella Striscia di Gaza a su altri fronti – del sionismo e di quello che Israele ha incarnato per milioni di persone nel mondo negli ultimi ottant’anni, non solo per gli ebrei? Si può ancora parlare di Israele come dell’«unica democrazia in Medio Oriente», nonostante 57 anni di occupazione in Cisgiordania e quando già dal gennaio 2023 si erano susseguite manifestazioni contro la crescente deriva autoritaria nello Stato ebraico? Come leggere la crescita dell’antisemitismo nel mondo e di un antisionismo che si colora sempre di più di antisemitismo, nel silenzio quasi totale della diaspora europea?

Le domande che hanno scosso l’opinione pubblica mondiale dopo il 7 ottobre 2023 sono al centro del saggio Il suicidio di Israele, di Anna Foa. Una riflessione coraggiosa volta anche a fare chiarezza contro l’uso inappropriato delle idee e delle parole, nata dalla premessa che «quando e se le armi smetteranno infine di sparare, dovremo rivedere molti dei nostri schemi interpretativi, ripensare il nostro rapporto con la nostra storia». Poiché non si può ignorare che la memoria collettiva che ha accompagnato per ottant’anni la diaspora e il mondo intero «non è bastata a mettere in salvo né i civili ebrei il 7 ottobre né i civili palestinesi» a Gaza.

Docente emerita di Storia moderna all’Università di Roma Sapienza, Anna Foa ha studiato in lungo e in largo la storia e i percorsi degli ebrei in Italia e in Europa e come è cambiato dopo il 1948 il rapporto degli ebrei con l’ebraismo e con lo stesso Stato degli ebrei. Proprio l’autorevolezza e la precisione delle sue ricostruzioni su storia, memoria e identità ebraica, le sue osservazioni sul legame fortissimo della diaspora con Israele, ma con accenti diversi da un Paese all’altro, rendono così incalzanti le sue osservazioni e non eludibili le domande di questo testo su come si sia arrivati all’oggi e quale possa essere il futuro dello Stato ebraico dopo la più lunga e la più sanguinosa delle guerre attraversate dalla fondazione dello Stato. Anche perché oggi i mondi ebraici del dopo 1948 sono diventati due, quello israeliano e quello americano, e non più tre. «La diaspora europea – scrive Foa – perde progettualità e importanza. Oggi l’ebraismo europeo è privo di ogni progetto culturale e politico, di ogni autonomia rispetto ad Israele. […] Non è più nemmeno capace di gestire la sua maggiore eredità, la memoria».

La ricostruzione proposta da Anna Foa va oltre la storia politica con i diversi sionismi che includevano molte ideologi e molti progetti diversi, come risulterà evidente nel corso del Novecento. Ricorda i tanti arabi ed ebrei della società civile che prima e dopo il 1948 hanno sperato in una convivenza pacifica nello Stato ebraico. Del resto anche l’identità palestinese e non solo quella ebraica è cambiata radicalmente dopo il 1948 con il peso delle separazioni, degli esili, dei profughi: «Come la Shoah è stata, dopo il processo Eichmann, al cuore dell’identità ebraica, così la Nakba è stata al cuore di quella palestinese». Due memorie e due identità contrapposte ma molto simili, perché entrambe identità nazionali basate sul trauma, sulla perdita, sulla catastrofe. «Esiste una possibilità di dialogo anche per identità e memorie? È possibile conciliare la memoria con la giustizia nel momento in cui una delle due vittime è anche vittima dell’altra, come nel caso dei palestinesi?» si chiede ancora l’autrice.

E qual è il rapporto del sionismo oggi, soprattutto di quello religioso e della sua ala messianica più oltranzista, con i diversi aspetti del sionismo del passato? «Non è ormai giunto il momento di guardare a costruire una società civile democratica, di cittadini liberi e uguali nelle loro diversità? E come può uno Stato fondato sulla supremazia degli ebrei sugli altri cittadini garantirla?». Non è più procrastinabile sciogliere questa contraddizione di fondo tra Stato ebraico e Stato democratico, rimarca Foa, se si vuole uscire dalla guerra ma anche dall’impasse che ha preceduto la guerra.

Proprio sulla semantica e le conseguenze di parole come genocidio, boicottaggio, apartheid le sue riflessioni si fanno più stringenti. Esse si rivolgono infatti tanto a quanti, a cominciare dal premier israeliano Netanyahu, hanno etichettato come «antisemitismo» qualsiasi critica alle politiche dello Stato di Israele sia ai tanti studenti che nei mesi scorsi sono arrivati a paragonare frettolosamente Hamas alla Resistenza italiana contro il nazifascismo, senza tener conto delle differenze sostanziali fra i crimini contro l’umanità commessi dai miliziani il 7 ottobre 2023 ed il movimento partigiano italiano che non ha mai trucidato i civili.

Non si può ignorare il monito della studiosa, una voce scomoda nell’ebraismo europeo: è la politica dell’attuale governo israeliano contro i palestinesi e i civili libanesi a provocare l’aumento dell’antisemitismo nel mondo. Opporsi a questa politica, denunciarne gli effetti disastrosi, lavorare per la pace, per la liberazione degli ostaggi e la creazione di uno Stato palestinese, rappresentano invece un atto di difesa dell’ebraismo e una volontà di fermare il suicidio di Israele.


Anna Foa
Il suicidio di Israele
Editori Laterza, 2024
pp. 112 – 15,00 euro

Abbecedario della Shoah
Anna Maria Foli

Abbecedario della Shoah

Le parole per capire e non dimenticare
Il Giubileo ad Assisi 2025
Enrico Impalà

Il Giubileo ad Assisi 2025

Guida al pellegrinaggio
Il Giubileo a Roma 2025
Roberta Russo

Il Giubileo a Roma 2025

Guida al pellegrinaggio
Grande storia dei Giubilei
Anna Maria Foli

Grande storia dei Giubilei

Dalle antiche origini ebraiche a oggi