Due saggi compongono questo libro, dalle poche ma sapide pagine.
Autore del primo è padre Guidalberto Bormolini, sacerdote e monaco nella comunità dei Ricostruttori nella preghiera, esperienza piuttosto recente sbocciata in Italia sul crinale del dialogo tra esperienze religiose e filosofie.
Bormolini è uno che si misura a viso aperto con temi fondamentali ma largamente elusi, come quello della morte nell’esperienza umana. Qui innesta il celebre testo di Francesco d’Assisi su una plurisecolare riflessione riguardo al rapporto tra umano, creato e divino, mettendo a frutto la sua approfondita conoscenza degli scritti dei Padri della Chiesa, della filosofia greca e di mistici cristiani ed ebrei, nonché la consuetudine con la meditazione trascendentale e lo yoga.
Nel Medio Evo e ancor prima, annota Bormolini, l’ideale era la colonizzazione del mondo selvatico. I monaci redimevano con il loro lavoro una natura aspra e inospitale. San Francesco invece loda il Creatore insieme con tutte le altre creature, associando la sua voce alla loro in un coro che rende grazie. «Un cosmo animato da elementi che sono “frate” e “sora”, e cantano con lui», chiosa Bormolini. Il senso di fratellanza cosmica era già presente sin nei primi secoli della cristianità, ma ai tempi di Francesco sopravviveva solo nelle tradizioni celtiche.
Un brano del saggio di Bormolini ci piace riproporvi integralmente per la sua siderale distanza dal distratto e tecnologico sentire che accomuna molti di noi: «Lungo tutte queste pagine abbiamo parlato di misteri, ma forse sarebbero bastate le parole di Teresa d’Avila a dire tutto quanto c’è da dire: “Nutro la convinzione che in ogni minima creatura plasmata da Dio, quand’anche si tratti solo di una formichina, si celano più meraviglie di quante se ne possano immaginare”. Secondo Gregorio di Nissa la nostra mente non può afferrare nemmeno l’essenza di un semplice filo d’erba; talvolta siamo come bambini che vogliono afferrare con la manina un raggio di sole. Per questo ho l’abitudine di lasciare molto la parola ai mistici per dire qualcosa che è molto oltre la mia piccolezza. Secondo i Padri solo la contemplazione orante permette di penetrare il mistero della natura, della vita e della morte. Allora potremo anche noi chiamarla “sorella”». (p. 61)
Nella seconda parte del libro, il poeta Davide Rondoni – presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni per l’ottavo centenario della morte di san Francesco d’Assisi, 2026 (istituito dal governo italiano il 27 aprile 2023) – commenta il Cantico ripercorrendolo passo passo, per vagliare, assaporare e riconoscere come feconda ogni sua parola. (g.s.)
Guidalberto Bormolini – Davide Rondoni
Vivere il Cantico delle creature
La spiritualità cosmica e cristiana di san Francesco
Edizioni Messaggero Padova, 2024
pp. 114 – 18,00 euro