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Israele e gli Usa, chi è al timone?

Fulvio Scaglione
27 settembre 2024
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Tra i fattori che vengono considerati nella nuova fase del conflitto mediorientale, imboccata con l'offensiva israeliana sul Libano, c’è ovviamente la posizione degli Stati Uniti. A Washington l'amministrazione Biden passa sopra molte cose. La denuncia di una testata giornalistica americana.


Dopo gli attentati e i bombardamenti, ci sarà anche l’invasione israeliana del Libano? La domanda è drammatica e la risposta varia a seconda della competenza, dell’orientamento ideologico e delle speranze degli osservatori. Tra i fattori che vengono considerati, c’è ovviamente la posizione degli Stati Uniti, il grande alleato di Israele e per molto tempo il principale termometro degli affari mediorientali.

Purtroppo, che si tratti di Usa, Cina, Russia, Turchia o qualunque altro Paese che abbia ambizioni di potenza, delle dichiarazioni o delle prese di posizione pubbliche ci si può fidare solo fino a un certo punto. Nel caso specifico, da un lato Netanyahu ha mostrato di potersi imporre ai “consigli” dell’alleato americano: Biden era contrario all’occupazione di Gaza, ed eccola realizzata. Dall’altro, appunto, le potenze non si fanno il problema della coerenza o della verità.

Lo dimostrano le recenti rivelazioni di ProPublica, organizzazione giornalistica non profit americana. I suoi giornalisti hanno scoperto che nell’aprile scorso, i vertici di Usaid (l’agenzia governativa statunitense per l’aiuto allo sviluppo) inviarono al segretario di Stato Antony Blinken (dal quale Usaid dipende) un memo di 17 pagine per documentare il fatto che le truppe di Israele bloccavano il flusso degli aiuti americani alla popolazione di Gaza. E non furono gli unici. Anche il capo dell’Ufficio per la popolazione, i rifugiati e i migranti dello stesso Dipartimento di Stato scrisse sulle operazioni di Israele, giungendo alle stesse conclusioni. Conclusioni importanti, perché negli Stati Uniti vige il Foreign Assistance Act, la legge che vieta di fornire aiuti militari ai Paesi che boicottano o impediscono le forniture Usa di aiuti umanitari.

Un bel dilemma per il segretario di Stato Usa. Anche perché i sondaggi dicevano che gli israeliani erano d’accordo con quei provvedimenti, temendo che gli aiuti venissero intercettati dai miliziani di Hamas. Dilemma che Blinken risolse presentandosi davanti al Congresso, un paio di settimane dopo, per affermare che agli Usa non risultava che Israele stesse in alcun modo bloccando gli aiuti umanitari destinati a Gaza. Ancora poco più di un mese e la stessa amministrazione americana avrebbe siglato con il governo di Israele un accordo per una nuova vendita di armi per un valore di 20 miliardi di dollari.

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