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Il viaggio della Santa Casa per mare e per terra

Terrasanta.net
17 settembre 2024
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Il viaggio della Santa Casa per mare e per terra

La tradizione vuole che i muri della casa di Maria Vergine a Nazaret siano stati miracolosamente trasferiti in volo dagli angeli a Loreto nel 1294. Questo ponderoso volume ricostruisce, invece, il percorso reale delle reliquie da San Giovanni d'Acri alle sponde occidentali dell’Adriatico.


La Santa Casa menzionata nel sottotitolo di questo volume è, ovviamente, la reliquia muraria venerata nel santuario di Loreto (Marche). Immediato è il rimando a Nazaret, in Galilea, da dove provengono i tre muri appartenuti alla casa della Vergine Maria. Tradizione e devozione popolare vogliono che siano stati miracolosamente trasferiti sin qui in volo dagli angeli, nel 1294, dopo il definitivo tramonto del regno crociato in Terra Santa.

L’autore di questo ponderoso studio, frutto di un lavoro durato un decennio, ricostruisce invece minuziosamente il percorso reale della Santa Casa, trasportata dai cavalieri templari tra il 1273 e il 1294 – per terra e per mare, via Cipro e la Grecia – fino alle sponde occidentali dell’Adriatico. Tappa solo recentemente documentata fu quella presso il santuario di Porta Panagià a Pily, in Tessaglia. Il viaggio iniziò su impulso di papa Gregorio X, il piacentino Tedaldo Visconti, nato nel 1210 ed eletto successore di Pietro nel celebre conclave di Viterbo del 1271 mentre si trovava, da crociato, a San Giovanni d’Acri e non era neppure prete.

Loreto non avrebbe dovuto essere la meta ultima del venerato manufatto: intento originario di san Celestino V (ovvero il monaco Pietro del Morrone, papa dal luglio al dicembre del 1294) era di far installare la Santa Casa – approdata ad Ancona in quei mesi – nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, all’Aquila (dove, già ultraottantenne, era stato incoronato sommo pontefice e dove sono conservate le sue spoglie). Alla fine, Loreto fu preferita come destinazione alternativa per sottrarre le tre pareti nazarene alle mire di Carlo II d’Angiò, re di Napoli. Il sovrano puntava ad avere le reliquie sotto il proprio controllo, anche perché le considerava parte della dote nuziale della nuora Ithamar Angelo-Comneno Ducas, prima moglie del figlio Filippo I d’Angiò.

Il monarca riuscì nell’intento di far trasferire la curia papale all’ombra del Vesuvio, ma non ottenne la preziosa reliquia. Si fossero compiuti i suoi disegni forse oggi venereremmo la Santa Casa in un santuario mariano sull’isola di Ischia. (g.s.)


Fernando Frezzotti
La via degli angeli
La traslazione delle pietre della Santa Casa

ed. Il lavoro editoriale, 2023
pp. 536 – 50,00 euro

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