(g.s.) – Poca gente, dal resto del mondo, ha voglia di fare turismo in Israele in questo periodo di guerra guerreggiata e di tensioni sociali. Forse anche per questo motivo – potendosi permettere di sperimentare su numeri ridotti – Israele sta progressivamente introducendo una nuova procedura per i turisti stranieri che intendono recarsi nel Paese. La novità si chiama ETA-IL e riguarda esclusivamente i titolari di un passaporto (come quelli rilasciati nei Paesi del Nord America e dell’Europa) che consente di visitare lo Stato ebraico senza dover prima ottenere un visto turistico dai servizi consolari o diplomatici israeliani nel proprio Paese. Gli italiani sono fra questi.
Dal computer di casa
Parliamo di un’Autorizzazione elettronica al viaggio (Electronic Travel Authorization) che ognuno può richiedere online dal computer di casa. Il suo acronimo – ETA-IL (IL è la sigla internazionale di Israele) – richiama immediatamente l’analoga procedura richiesta ormai da parecchi anni per i viaggi in Australia o in Canada, o l’ESTA, necessaria per accedere al territorio degli Stati Uniti.
La pratica online richiede il versamento di 25 shekel (6 euro circa) non rimborsabili e pagabili con carta di credito.
Una volta ottenuta, l’autorizzazione ETA-IL consente di soggiornare in Israele per turismo fino a 90 giorni; resta valida per due anni (o meno, se il passaporto collegato scade prima) ed è utilizzabile per più ingressi.
Pienamente in vigore dal primo agosto 2024
Dallo scorso primo giugno ETA-IL è in una fase pilota, che non comporta il versamento dei 25 shekel. Per ora sono tenuti a richiederla solo i titolari di passaporto statunitense e tedesco. Il primo luglio la procedura verrà estesa a tutte le nazionalità esenti da obbligo di visto turistico preventivo e dal primo agosto 2024 non si potrà prescinderne.
La procedura da seguire online è piuttosto agile e in lingua inglese. Chiede di fornire anzitutto il proprio indirizzo di posta elettronica, al quale viene inviato un codice di controllo a 6 cifre indispensabile per essere ammessi ai passaggi successivi. Occorre poi inserire i dati del passaporto e una serie di informazioni personali, veritiere, che saranno sottoposte a vaglio. Fornire dati falsi può comportare sanzioni amministrative e penali.
La richiesta dell’ETA-IL non ne garantisce l’accoglimento. L’esito dell’istanza verrà comunicato via posta elettronica (canale attraverso il quale potrebbero anche essere richieste informazioni supplementari). Le autorità israeliane consigliano di avviare la procedura almeno tre giorni (72 ore) prima di prenotare il volo e l’alloggio a destinazione.
Occhio alla posta elettronica
Tra le ragioni che possono determinare il rifiuto dell’autorizzazione al viaggio, le pagine dell’ETA-IL menzionano: reati penali; indagini in corso a carico della persona interessata; provvedimenti di espulsione (o messa al bando); obiezioni sollevate dai servizi di sicurezza o dell’immigrazione. Tutte ragioni che in qualunque momento successivo al rilascio di un’ETA-IL possono altresì determinarne la revoca.
Se l’ETA-IL viene negata, resta la possibilità di chiedere un visto di ingresso turistico agli uffici dell’ambasciata di Israele territorialmente competente.
In ogni caso ETA-IL non equivale a una garanzia di effettivo ingresso nel Paese. Raggiunto il valico di frontiera (aeroportuale o terrestre), spetta comunque al funzionario addetto al controllo passaporti determinare se consentire o meno l’accesso di un individuo al territorio israeliano (così come accade anche negli altri Paesi che hanno già adottato un’analoga procedura).
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