La mostra «La bellezza del sacro. L’altare dei Medici e i doni dei re», dedicata a capolavori commissionati dalle corti cattoliche europee e donati alla basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ricostruisce quello che è stato definito dal suo curatore, lo storico dell’arte Jacques Charles-Gaffiot, «l’ultimo tesoro dell’Occidente a poter essere riscoperto e riportato alla luce». Così, infatti, è stato fatto nell’ultimo decennio dalla Custodia di Terra Santa e dal Terra Sancta Museum di Gerusalemme. A Firenze si potranno ammirare fino all’8 gennaio 2025 oltre cento opere di arte sacra di grande valore, alcune delle quali mai esposte in Europa. Un tesoro di oggetti religiosi, gioielli, ornamenti e paramenti sacri, codici e baldacchini che i francescani hanno preservato e catalogato nel corso di oltre cinque secoli. Oggetti commissionati e donati, tra le altre, dalle corti di Napoli, Venezia, Spagna, Portogallo e Francia. Inoltre, prestiti importanti di musei e biblioteche fiorentine hanno contribuito a creare la narrazione.
L’altare del Calvario
Tra le opere della basilica del Santo Sepolcro che saranno esposte spicca l’Altare del Calvario, donato da Ferdinando I de’ Medici, cardinale nel 1562 e poi divenuto granduca di Toscana nel 1587, alla morte del fratello Francesco I. L’opera fu realizzata tra il 1588 e il 1590 ed è un sontuoso monumento bronzeo, che giunse a Gerusalemme alla fine del Cinquecento, destinato a fungere da recinzione della pietra dell’unzione. Ha tra i suoi autori il Giambologna, che ne realizzò le formelle. Rappresenta uno dei manufatti di maggior valore artistico e spirituale che adornano la navata latina del Santo Sepolcro ed è stato riportato per la prima volta in Italia per essere restaurato ed esposto.
Fra Stéphane Milovitch, responsabile dei beni culturali della Custodia di Terra Santa, ha illustrato durante la conferenza stampa alcuni aspetti che rendono importante l’altare mediceo, collocato a metà Ottocento presso il Calvario. Quotidianamente vi si celebrano numerose liturgie in varie lingue e costituisce una tappa della processione che i frati fanno ogni giorno nella basilica; inoltre corrisponde alla XI stazione della Via Crucis ed è l’altare dove si svolge la funzione del Venerdì Santo.
Il Museo Marini di Firenze si trova in una sede particolare: la ex chiesa di San Pancrazio che comprende la cappella Rucellai, capolavoro dell’architettura rinascimentale realizzato nel XV secolo da Leon Battista Alberti e ispirato proprio al Sepolcro di Terra Santa. Giovanni Rucellai, appartenente a una delle famiglie più ricche della città, conobbe nel 1439 il grande artista che lavorava per la corte papale. Si apriva in quell’anno proprio a Firenze il concilio che intendeva riunire la Chiesa cattolica d’Occidente alle chiese cristiane d’Oriente. All’Alberti Rucellai affidò la propria tomba, sul modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme in proporzione 1 a 2. Giovanni Rucellai mandò i suoi uomini a prendere le misure precise del Sepolcro.
Un legame di Firenze con la basilica del Santo Sepolcro che la mostra farà scoprire a molti. (f.p.)
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