Gli Accordi di Abramo hanno reso allo scossone del 7 ottobre 2023 e alla guerra di Gaza ancora in corso. Interessi e finanziari e investimenti lucrosi prevalgono su tutto. Lo sa bene Jared Kushner, uomo d'affari genero di Donald Trump e tra gli artefici di quegli Accordi.
Nell’estate del 2020, a meno di un anno dalla scadenza del mandato presidenziale, Donald Trump riuscì a varare i cosiddetti Accordi di Abramo, ovvero i trattati che portarono alla normalizzazione delle relazioni tra gli Emirati Arabi Uniti, Bahrein (e poi anche Marocco e Sudan) e Israele. Il suo «inviato speciale» nelle diverse capitali, incaricato di negoziare appunto quei trattati, fu suo genero Jared Kushner. Questi, appena uscito dalla Casa Bianca, nel 2021, fondò a Miami un fondo d’investimento chiamato Affinity Partners e dotato di un capitale di base di 3 miliardi di dollari così ripartiti secondo un’inchiesta del New York Times: 2 miliardi forniti dall’Arabia Saudita, altri 200 milioni ciascuno da Emirati Arabi Uniti e Qatar. Da documenti di poco successivi alla fondazione e pubblicati dallo stesso fondo, si apprende che il 99 per cento del capitale di Affinity Group arriva dall’estero.
Curioso, no? Comunque sia, Kushner ha investito con una certa parsimonia, in questi anni. Negli Emirati, in Germania, in California… Il colpo più grosso lo sta tentando proprio adesso, più di un miliardo per hotel di lusso e resort sulle coste della Serbia e dell’Albania. Sempre forte delle vecchie relazioni: la Reuters ha dato notizia del fatto che l’uomo d’affari emiratino Mohammed Alabbar, capo di Emaar Properties (l’impresa edile che ha costruito l’edificio più alto del mondo, Burj Khalifa a Dubai), sta vendendo la partecipazione in un progetto in Bielorussia per proseguire la cooperazione con il genero di Trump in Serbia. D’altra parte, nessuno dei Paesi fin qui citati (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar e Marocco) si è sognato di interrompere le relazioni con Israele dopo il 7 ottobre 2023 (l’attacco terroristico di Hamas) o nei mesi seguenti (il massacro israeliano a Gaza).
Di curiosità in curiosità, ora salta fuori che il fondo di Kushner ha investito 150 milioni di dollari per comprare azioni di una grossa azienda israeliana, lo Shlomo Group, che offre servizi automobilistici (qui ha investito Affinity Group) ma che, attraverso una controllata, è co-proprietaria di Israel’s Shipyards, azienda che costruisce motocannoniere missilistiche per la Marina militare israeliana.
Come si vede, tutto alla fine torna. Per noi occidentali il Medio Oriente resta soprattutto una miniera a cielo aperto. E per i Paese arabi, ormai, i palestinesi sono solo una seccatura.