Giorno dopo giorno, nell’angoscia incessante, continuano in Israele le proteste e manifestazioni pubbliche dei parenti e amici degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso dagli uomini di Hamas, ed altre milizie, e trascinati nella Striscia di Gaza.
La sera del 21 marzo un momento di preghiera e di pubblica solidarietà – trasmesso anche in diretta video – si è svolto a Gerusalemme davanti al Muro occidentale (o muro del Pianto), il luogo più caro agli ebrei.
Sino ad oggi 123 ostaggi hanno riacquistato la libertà, soprattutto grazie ad accordi raggiunti in novembre tra Israele e Hamas. Da allora, le lunghe e laboriose trattative indirette sempre in corso – e condotte con la mediazione di vari governi, a cominciare da quelli di Egitto e Qatar – non hanno più portato frutto. Secondo i media israeliani almeno 134 ostaggi restano ancora da liberare. Per l’esercito, decine di loro – si parla di 33 persone – non sarebbero più in vita.