Due auto con un gruppo di frati italiani salgono da Beirut verso la frontiera con la Siria diretti a Damasco. Probabilmente pensano a Paolo di Tarso e al suo viaggio verso quella città in cui la sua vita cambiò radicalmente. C’è tempo per riflettere e pregare lungo la strada: del resto, non si può atterrare nel Paese dove le compagnie aeree d’Europa non volano. In mancanza di relazioni diplomatiche con la Siria, non esiste nemmeno un visto ufficiale da porre sul passaporto. Con curiosità i frati avanzano e con pazienza attraversano i numerosi controlli dei bagagli e le procedure (che comunque esistono) per visitare una terra tanto ricca di storia quanto lacerata dalla guerra scoppiata tredici anni fa. Sono desiderosi di incontrare i confratelli francescani che sono accanto ai cattolici siriani nella vita di fede come nelle fatiche dell’esistenza.
Dall’8 al 15 gennaio questa piccola delegazione in rappresentanza dei Commissariati di Terra Santa di lingua italiana, guidata da fra Matteo Brena, ha visitato le realtà francescane del Paese che è parte della Custodia di Terra Santa: le comunità di Damasco, Aleppo e Latakia, con le loro parrocchie e i numerosi progetti di aiuto. «È stato un viaggio importante – osserva fra Matteo – per sostenere la comunione e la speranza tra le comunità cristiane di Siria. Attraversare questa terra, seppure con un po’ di fatica e disagio, è sempre un’occasione importante per noi per vivere quell’esperienza di comunione che ogni Commissariato deve favorire, tra le comunità di Terra Santa, tra i cristiani di Terra Santa e le comunità assistite nei territori di competenza».
Con fra Matteo Brena, Commissario della Toscana, formavano il gruppo il suo vice fra Valentino Ghiglia; il Commissario dell’Umbria fra Stefano Tondelli; fra Adriano Contran del Commissariato del Nord Italia; fra Sergio Galdi, Commissario generale di Napoli e fra Nicola Giuseppe Lippo, Commissario per la Sicilia.
La visita era in programma nello scorso autunno, ma le stragi del 7 ottobre in Israele e lo scoppio della guerra a Gaza avevano imposto di rimandare la partenza. Il rinvio non ha permesso ad alcuni frati di partecipare, ma il viaggio non ha perso il suo valore di conoscenza e incontro.
La prima tappa è Damasco con le sue due comunità di frati minori, il memoriale dell’Apostolo Paolo, la cappella di Sant’Anania. A seguire, il santuario mariano di Saydnaya; quindi, Ma’lula, altro luogo significativo del cristianesimo in Siria, dove si è conservato l’uso della lingua aramaica. Passo dopo passo il viaggio è un’immersione in una presenza cristiana antica e profonda. «È stata la mia prima visita in Siria – racconta fra Stefano –. Mi ha colpito il radicamento della fede cristiana nel Paese. Anche se ridotta, c’è una forte comunità e ho visto l’impegno dei frati accanto al popolo, quanto sono uniti tra di loro, il loro entusiasmo, la forza e la dedizione». Ad Aleppo i frati italiani sono accolti da fra Bahjat Karakash, parroco della chiesa di San Francesco e delegato regionale. Incontrano la comunità cattolica e conoscono le tante attività che lì sono sorte e non si sono interrotte nemmeno nei momenti più bui del conflitto: i gruppi parrocchiali, la mensa per i poveri, i servizi di aiuto alle giovani famiglie. E poi, il Franciscan Care Center con le sue innumerevoli attività di arte, gioco e sostegno psicologico ai ragazzi, che hanno vissuto in un Paese in guerra da prima che nascessero e che un anno fa hanno fatto anche esperienza del terremoto con epicentro nella vicina Turchia.
Ad Aleppo Est, forse gli incontri più sorprendenti: nei centri creati dai francescani nella zona musulmana più povera della città e più sconvolta dalla presenza dei ribelli jihadisti, vedono altri esempi concreti di carità, come l’accompagnamento psicologico per le donne che subiscono violenze domestiche, o i corsi di alfabetizzazione per bambini di nove o dieci anni costretti per necessità a lavorare durante il giorno. Qui incontrano anche la dottoressa Binan Kayyali che da anni è impegnata in questi progetti, diventando un simbolo della collaborazione tra cattolici e sunniti in città. Ad Aleppo Est la comunità cristiana si fa dunque missionaria tra altri aleppini in quartieri più poveri, soggetti a rischio di radicalismo.
Nel dialogo con i frati siriani, i confratelli italiani riconoscono sempre più l’orgoglio delle radici cristiane, di una comunità che non è «ospite» ma è presenza costante fin dalle origini. «L’esperienza mi ha fatto capire che non è un Paese pericoloso – osserva fra Stefano –, ma ha raggiunto una parziale stabilità. La zona controllata dal governo è abbastanza sicura da poter accompagnare gruppi di pellegrini, particolarmente preparati e che hanno voglia di vedere i santuari paolini, conoscere le esperienze missionarie dei frati, incontrare la Gioventù francescana di Aleppo che raccoglie ben 150 ragazzi». L’idea di proporre pellegrinaggi solidali non è solo un sogno, ma può farsi strumento per portare aiuto.
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Al lavoro dei francescani in Siria, e alle sofferenze della loro gente, la rivista Terrasanta ha dedicato un ampio dossier di 16 pagine pubblicato nel numero di luglio-agosto 2023.
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Eco di Terrasanta 2/2024
Segni che generano segni
Le Stimmate ricevute da Francesco d’Assisi alla Verna ci aiutano a comprendere il significato autentico dei veri segni divini, che salvano e raccontano la potenza di Dio nella vita. Ciò che rende possibile tutto questo è la fede.
Dilatiamo il cuore per aiutare i fratelli
Nel Messaggio del padre Custode per la Colletta del Venerdì Santo 2024, il riferimento alla tragedia che la Terra Santa sta vivendo e al sostegno indispensabile per proseguire l’impegno dei frati minori nella salvaguardia dei Luoghi Santi.