(g.s.) – Nei giorni scorsi due notizie di rilievo sono giunte dal Vaticano al Patriarcato latino di Gerusalemme. La più recente è la nomina, resa pubblica il 13 gennaio, di mons. Jamal Boulos Sleiman Daibes a vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, in Somalia. Il presule palestinese, 59enne, si accinge così a partire alla volta del Corno d’Africa lasciando Amman, dove, dall’autunno 2021, è stato vicario del patriarca per la Giordania.
Qualche giorno prima, il 9 gennaio, la Santa Sede ha reso noto che papa Francesco ha deciso di conferire l’episcopato a fra Bruno Varriano, il francescano della Custodia di Terra Santa che nel 2022 mons. Pierbattista Pizzaballa ha voluto come suo vicario a Cipro. Varriano resterà al suo posto, ma con il rango di vescovo ausiliare (la consacrazione è prevista per il 16 marzo prossimo).
Andiamo con ordine, partendo proprio da Nicosia. Il neo vescovo Varriano è nato ad Anápolis (in Brasile) nel 1971, da genitori italiani, ed è stato ordinato sacerdote nel clero diocesano di Campobasso nel 1997. Entrato poi nella Custodia di Terra Santa, ha emesso la professione solenne dei voti religiosi di povertà, obbedienza e castità nel 2003. A Roma ha conseguito il dottorato in Psicologia presso l’ateneo salesiano e la licenza in Teologia spirituale all’Antonianum. Scegliendolo come vicario, il patriarca Pizzaballa ha voluto investire di più nel servizio pastorale alla comunità locale, composta ormai soprattutto da migranti (parliamo di migliaia di persone, provenienti soprattutto da vari Paesi dell’Asia e dell’Africa). La nomina episcopale corona – ha spiegato il cardinale Pizzaballa – un lungo cammino di discernimento sulla presenza cattolica nell’isola, ove la popolazione è in buona parte greco-ortodossa, ma con una consistente minoranza musulmana. Un cammino iniziato già con la visita di papa Benedetto XVI a Cipro, nel 2010, e proseguito con il pellegrinaggio del suo successore Francesco, nel 2021.
A questo punto saranno due i vescovi cattolici residenti a Nicosia. Monsignor Varriano, di rito latino (o romano), va ad aggiungersi all’arcivescovo maronita Selim Jean Sfeir, pastore di una comunità di più antica presenza sull’isola. Tempo addietro il vicario patriarcale, in genere un francescano, risiedeva con la propria fraternità nel convento della Santa Croce. Da poco più di un anno ha residenza e ufficio in un altro stabile in città. Prestissimo anche la nunziatura apostolica a Cipro, che fin qui si appoggiava al medesimo convento francescano, avrà una propria e nuova sede a Nicosia.
Veniamo ora alla nomina di mons. Jamal (Khader) Daibes. Lui stesso, in una dichiarazione resa pubblica il 13 gennaio nel sito Internet del Patriarcato latino di Gerusalemme, scrive: «Come figlio della Santa Chiesa cattolica, al cui servizio ho dedicato la mia vita, ho accettato liberamente questa richiesta. La nomina è un segno della fiducia di Sua Santità il Papa nel Patriarcato latino e nel suo clero, che ha sempre dimostrato la sua disponibilità a servire diverse Chiese al di fuori dell’ambito geografico del Patriarcato, come è accaduto più volte».
Nel dare la notizia del trasferimento del suo vescovo ausiliare, il cardinale Pizzaballa ha scritto che mons. Daibes «ha servito il Patriarcato latino in Giordania affidandosi alla grazia di Dio, in unione con la nostra Sede patriarcale e ha mostrato un autentico spirito ecclesiale e un’apertura fraterna verso tutte le componenti del nostro amato popolo giordano. Ha seminato un buon seme, che porterà buoni frutti e benedizioni. Ha meritato l’apprezzamento e il rispetto del Patriarcato latino e di tutte le Chiese, e della società in generale».
Non tutti hanno accolto con favore la notizia, riferisce Marie-Armelle Beaulieu su Terresainte.net. L’Assemblea nazionale delle organizzazioni cristiane in Palestina ha raccolto firme per chiedere al Vaticano di ripensarci (generalmente simili iniziative non sortiscono effetto). I firmatari avrebbero visto bene mons. Daibes succedere al cardinale Pizzaballa alla guida del Patriarcato, perché – in quanto palestinese – comprenderebbe e interpreterebbe meglio le aspirazioni della sua gente. Non è un mistero che per taluni sia ancora un boccone indigesto la nomina di un non arabo alla guida della diocesi latina di Terra Santa.
Per ora il vescovo Daibes si trasferisce nel Golfo di Aden. In futuro chissà…