Si è conclusa il 23 novembre nei villaggi intorno a Marrakech la 16esima edizione della Carovana del libro: un tour di tre giorni della libraia Jamila Hassoune con formatori italiani, francesi e tedeschi per portare letteratura e laboratori di cittadinanza attiva nelle periferie alle soglie del deserto.
Il tema di quest’anno era «Tra paura e solitudine. Come possiamo proteggere la nostra creatività». «Sono stati tre giorni davvero emozionanti: la partecipazione ai laboratori è stata entusiasmante», racconta a Terrasanta.net Jamila Hassoune, nota in Italia come la libraia di Marrakech per il bellissimo libro-intervista che l’ha resa ambasciatrice del libro e della cultura marocchina nel nostro Paese. Si è chiusa ieri sera nei dintorni di Marrakech la sedicesima edizione della Carovana del libro, rassegna itinerante di tre giorni ideata e organizzata da questa imprenditrice sociale per la Fondazione Ain Agadem e consulente di diverse organizzazioni per lo sviluppo di comunità, dopo esser stata dal 1993 al 2011 titolare di una libreria a Marrakech, come racconta Rocco Pinto nel bel romanzo-saggio Viaggi di carta (Edizioni E/O 2023).
La Carovana del libro era nata vent’anni fa anche con l’appoggio della scrittrice e accademica Fatima Mernissi dall’intuizione che Jamila aveva maturato in libreria: «Non basta disporre i libri sugli scaffali: bisogna fare in modo che le pagine si aprano, parlino ed incarnino significati per le persone». Così aveva caricato la sua Renault4 di volumi e, come in una favola di Mille e una notte, l’aveva trasformata in un tappeto volante che portava libri, idee e dibattiti nei luoghi più isolati del paese. Oggi, anche con il sostegno del Goethe Institute e la partecipazione di bibliofili italiani, francesi e tedeschi, l’iniziativa riscuote un crescente sostegno e partecipazione, soprattutto per l’intento di rivolgersi alle donne e ai giovani più lontani dagli stimoli delle grandi città.
Inizialmente prevista dal 19 al 22 novembre a Tinghir, un’oasi berbera nella provincia di Ouarzazate, gli organizzatori hanno poi dovuto ripiegare su Marrakech a causa del disastroso terremoto che ha colpito il Marocco lo scorso 8 settembre, uccidendo tremila persone e rendendo inagibili strade e villaggi.
Fin dal primo giorno, lo scorso martedì 21, centinaia di giovani hanno affollato le palestre e le scuole dove erano stati organizzati gli incontri. «Alla domanda su che cosa ci faccia paura – racconta Jamila – sono emerse le risposte più disparate. Alcune ragazze hanno detto di aver paura dell’amore, perché può ferirci e, se commettiamo degli errori di valutazione sulla persona di cui ci innamoriamo, la responsabilità è solo nostra. Altri hanno detto di aver paura del terremoto. Certamente l’esperienza che ha colpito i nostri villaggi negli scorsi mesi ha segnato tutti, molte scuole sono diventate inagibili e questo è precisamente l’intento con cui abbiamo concluso questa edizione: lavorare per far riaprire al più presto le scuole dei villaggi berberi, migliorare l’accessibilità alle biblioteche alle quali anche quest’anno abbiamo regalato dei libri per ragazzi, soprattutto quelli illustrati».
Solo nella giornata conclusiva di ieri giovedì 23, oltre trecento giovani hanno partecipato al laboratorio di scrittura creativa tenuto dalla scrittrice e formatrice Patrizia Rigoni, alla sessione di lettura con il pedagogista Abdellah Taibi, al laboratorio di illustrazione con Aziz Oumoussa e a quello di robotica con Amine Elmthane.
«La Carovana del libro – racconta Jamila – è uno spazio mobile, un progetto culturale e scolastico rurale che si rivolge principalmente agli abitanti delle aree rurali e dei monti dell’Atlante. L’obiettivo è promuovere il libro e la cultura, dando a giovani e donne la possibilità di esprimere sé stessi attraverso i diversi strumenti delle sessioni di lettura e dei laboratori scrittura».
Non è un caso che proprio a Marrakech, nella città della straordinaria piazza Jemaa el-Fnaa, di giorno brulicante mercato all’aperto e di sera un luogo reso magico dai cantastorie, degli incantatori di serpenti e dai tessitori di tappeti, sia nato questo forum di discussione che raduna giovani, autori, artisti, agenti sociali e giornalisti. Anche così, rivendicano gli organizzatori, si crea sviluppo di comunità, coesione sociale, progresso. «Attraverso gli incontri, la promozione della lettura e la condivisione di idee su un tema specifico – chiosa Jamila – cerchiamo di riflettere su come arrivare a sviluppare il nostro ambiente culturale attraverso il dialogo. Puntiamo a creare anche in Marocco una società civile forte, composta da cittadine e cittadini responsabili, istruiti e informati».