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Il presepe vivente, preghiera corale

Federico Verbani
7 novembre 2023
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Il presepe vivente, preghiera corale
Fanano (Modena): al presepe vivente organizzato (negli anni pari) nel borgo sull’Appennino emiliano partecipano circa duecento figuranti

In decine di località italiane è possibile rivivere «fisicamente» l’evento nella nascita di Gesù, come fecero i poveri, 800 anni fa, quando accorsero con le fiaccole in mano per assistere a quella singolare celebrazione del Natale voluta da Francesco d’Assisi.


Sono trascorsi 800 anni dal 1223 quando Francesco d’Assisi, nella notte del 24 dicembre, organizzò a Greccio, borgo laziale sui Monti Sabini quello che si considera il primo presepe, o per meglio dire, il primo presepe vivente della storia. Per questo luogo, che aveva già conosciuto e visitato in momenti di meditazione, Francesco aveva una predilezione. Nel Natale, che considerava «la festa delle feste», dopo il rientro dal viaggio in Terra Santa avvenuto pochi anni prima, il Poverello «ideò» una forma originale di preghiera e di annuncio della Buona Novella ai più poveri e diseredati. «L’uomo di Dio – si legge nella Legenda maior scritta da san Bonaventura – stava davanti alla mangiatoia, pieno di pietà, bagnato di lacrime, traboccante di gioia. Il rito solenne della messa viene celebrato sopra alla mangiatoia e Francesco canta il Santo Vangelo».

Greccio offre ancora oggi una tradizione che è rinata nel 1973. Dalla vigilia di Natale all’Epifania, la rievocazione storica del primo presepe, è proposta sette volte. Vi partecipano una cinquantina di figuranti, persone del paese, che indossano costumi come quelli di ottocento anni fa. Ma la tradizione del presepe si è diffusa in tutto il mondo nelle forme artistiche e popolari più diverse. Il presepe rappresentato non da statue ma da persone vive coinvolge intere comunità, dai bambini agli anziani, uomini e donne di professioni diverse, accomunati da un senso di appartenenza e di amicizia, mentre realizzano il presepe come un lavoro di squadra perché diventi una preghiera corale.

Negli ultimi decenni in moltissimi borghi italiani, specialmente nel centro e nel sud della Penisola, la tradizione dei presepi viventi ha trovato nuova vita. Paesi e cittadine, ma anche alcune grandi città, ne ospitano allestimenti. In ogni regione italiana si può assistere nei giorni vicini al Natale a rappresentazioni che ricordano la nascita di Gesù. L’intero borgo di Civita di Bagnoregio (Viterbo), da anni abbandonato dai suoi abitanti per l’erosione delle rocce su cui poggia, è lo scenario di un presepe vivente che da una trentina d’anni è allestito in alcune notti del periodo di Natale. Il presepe nel luogo natale di san Bonaventura, che proprio di san Francesco scrisse la biografia ufficiale (Legenda maior), attira alcune migliaia di persone. Passeggiando ammirano diverse scene, entrano fisicamente nelle atmosfere e diventano parte integrante della rappresentazione.

I trulli di Alberobello (Bari), nel rione più caratteristico della cittadina pugliese, fanno da scena a una «catechesi a cielo aperto» proposta dal 2006 da un’associazione che lavora tutto l’anno con un centinaio di volontari per offrire il presepe attorniato da botteghe di antichi mestieri. Il presepe «Notte di luce» di San Biagio (Mantova) si sviluppa tra una cinquantina di casette di legno, molte costruite per l’occasione, dove la partecipazione si sviluppa nel corso di alcune ore, lungo un percorso che culmina nell’adorazione dinanzi alla Sacra Famiglia. La suggestione dell’ambiente è data anche dall’assenza dell’energia elettrica e dall’uso delle torce: e il fabbricante di torce torna a essere uno dei protagonisti, mostrando le tecniche di un antico mestiere. San Biagio, Civita, Alberobello sono solo alcuni dei tantissimi presepi che l’Italia offre nelle notti tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, ognuno con la sua storia e le sue caratteristiche.

Ambientazioni naturalistiche tra gli ulivi a Nicosia (Enna) e a Pezze di Greco (Brindisi), dove il presepe ricostruisce un ambiente rurale di sapore ottocentesco, affascinano per l’atmosfera. Quello di Morano Calabro (Cosenza), borgo medievale che si presta a un’ambientazione suggestiva, dal 2010 è curato dai frati cappuccini. A Pietrelcina (Benevento), dal 1987 centenario della nascita di Padre Pio, i ragazzi dell’Azione Cattolica e della Gioventù francescana realizzano un presepe divenuto popolare e che riproduce accuratamente l’atmosfera dei villaggi palestinesi.

A Venegono Inferiore, in provincia di Varese, a Fanano in provincia di Modena, a Dogliani Castello in provincia di Cuneo, a Zavattarello nell’Oltrepò Pavese, o ancora, a Compignano in Umbria, per citarne solo alcuni: sono innumerevoli i presepi viventi spesso accomunati dal coinvolgimento dei giovani, dalla cura nelle ricostruzioni di ambienti e atmosfere, abiti, musiche e illuminazioni. Non avendo alcuna pretesa di citarli tutti, rimandiamo al sito presepiviventi.it per cercare, tra centinaia di rappresentazioni, dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige, quella vicina o più degna di nota, con aggiornamenti sulle rappresentazioni del 2023. Al cuore di tutte, il bambino in carne ed ossa, a volte l’ultimo nato del paese, una presenza silenziosa tra chi impersona Maria e Giuseppe, e che tocca in molti partecipanti qualche corda di commozione.

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