La scena si colloca nella notte del 25 dicembre 1223. Francesco prepara la celebrazione eucaristica chiedendo aiuto al suo amico Giovanni Velita, con l’intento di riprodurre l’ambiente della nascita del Bambino a Betlemme. Lo scopo? Ce lo raccontano le Fonti Francescane: «In qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per mancanza delle cose necessarie a un neonato» (Vita prima di Tommaso da Celano). La tradizione ricorda che Francesco, recatosi in Terra Santa, abbia visitato Betlemme e che, tornato in patria, abbia portato con sé il ricordo del luogo dove nacque il Salvatore. E per questo abbia voluto riprodurre l’ambiente della Natività nella notte di Natale presso Greccio.
Cade quest’anno, all’interno dei Centenari francescani, anche l’anniversario degli ottocento anni di quell’evento, destinato a lasciare una traccia indelebile nella devozione e nella pietà popolare, ma anche a segnare la storia dell’arte.
Nel dossier che vi presentiamo, si riannodano i fili che legano l’evento di Greccio al Natale di Betlemme. E si getta uno sguardo anche alle tante Greccio che sono disseminate sui Sacri Monti, sorti in varie parti d’Italia come mete sostitutive del pellegrinaggio ai Luoghi Santi.
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Ecco l’indice del dossier:
• L’invenzione di Francesco, di Anna Maria Foli
• Nella Betlemme di Greccio, di fra Giovanni Loche, superiore del santuario di Greccio
• La Betlemme dei Sacri Monti, di Francesca Cosi e Alessandra Repossi
• Betlemme in Italia più rara che altrove, di Francesco Pistocchini
Terrasanta 6/2023
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