«Osiamo la pace»: nuova marcia delle madri a Gerusalemme e sul Mar Morto
Manifestazione di pacifiste israeliane e palestinesi il 4 ottobre 2023 a Gerusalemme e in riva al Mar Morto: «Vogliamo i nostri figli vivi e non morti». Presenti vari rappresentanti diplomatici occidentali. E il Papa incoraggia con un telegramma.
Centinaia di attiviste israeliane e palestinesi hanno marciato nel pomeriggio del 4 ottobre 2023 a Gerusalemme per poi spostarsi in un presidio in riva al Mar Morto rilanciando (una volta di più) Un appello di madri per il ritorno al tavolo dei negoziati israelo-palestinesi. L’iniziativa, promossa dall’organizzazione israeliana Women Wage Peace – ovvero Le donne fanno (osano) la pace – e dalla palestinese Women of the Sun – ovvero Donne del sole – ha ricevuto nelle scorse settimane l’endorsement di papa Francesco che ha assicurato, in un telegramma, la sua «vicinanza spirituale» a coloro che rappresentano «non solo la diversità culturale e religiosa» dei due popoli, ma che si radunano come «madri, nonne, figlie, sorelle, amiche». Il Pontefice, si legge nel telegramma firmato dal segretario di Stato card. Pietro Parolin e reso noto dalle attiviste, «prega che i vostri sforzi unici e indispensabili di donne nel promuovere, difendere e sostenere l’armonia e la vita fraterna nella società possano portare frutti durevoli per la Terra Santa, così preziosa per l’intera umanità e chiede all’Onnipotente di darvi serenità, saggezza e perseveranza».
Le attiviste si sono date appuntamento alle 11 del mattino al varco di Betlemme del Muro di separazione. Tante vestivano di bianco, il colore della pace, e intonavano slogan come «Chiediamo la pace» e «Basta uccidere i nostri figli». Più tardi, il corteo formato da israeliane ebree e arabe (incluse cristiane e druse) ha camminato dal parco del Monumento della Tolleranza fino alla fine della Goldman Promenade nel quartiere ebraico di Armon Hanatziv a Gerusalemme. Qui diverse personalità – fra le quali l’ambasciatrice irlandese Sonya McGuinness, la parlamentare finlandese Eva Biaudet e quella belga Viviane Teitelbaum, che è anche vicepresidente della European Women’s Lobby, varie capo-missioni delle agenzie dell’Onu – hanno espresso alla piccola folla il sostegno della comunità internazionale. «Voi siete eroine silenziose della richiesta di pace – ha detto l’incaricata d’affari dell’ambasciata statunitense Stephanie Hallet –. Siete tra coloro che lavorano instancabilmente dietro le quinte per costruire ponti e promuovere comprensione e riconciliazione. Siete espressione della forza e resilienza delle vostre comunità nel chiedere che le donne partecipino ai negoziati».
«Non vogliamo che i nostri figli siano le prossime vittime»
Nel corso della manifestazione è stata ricordato a più riprese l’impegno della comunità internazionale, finora disatteso, per includere le donne nei team negoziali. «Il cammino verso la pace – ha detto Rim Hajajri, presidentessa della ong palestinese Donne del Sole che nel giro di due anni ha raccolto molte migliaia di adesioni da donne nei Territori occupati e nella Striscia di Gaza – è lungo e irto di ostacoli. Restiamo fedeli e determinate nei nostri obiettivi mentre sempre più donne si uniscono al nostro movimento, donne che vogliono proteggere i figli e impedire che essi siano le prossime vittime di questo conflitto. Non siamo più disposte a starcene sedute nelle retrovie: siamo decise ad agire per porre fine a questo ciclo di sangue e raggiungere la libertà e una vita giusta e onorevole per i giovani palestinesi e israeliani».
«Leader coraggiosi diano un futuro ai nostri figli»
«Questa è una partnership storica fra due movimenti di donne – le ha fatto eco Yael Admi, tra le fondatrici e leader di Donne fanno la pace – che non smetteranno di chiedere alle loro rispettive leadership [politiche] di promuovere un accordo e assicurare un futuro di pace, sicurezza e libertà per entrambi i popoli. Fin dagli inizi della nostra collaborazione e della formulazione congiunta del nostro appello di madri sempre più donne, giovani e meno giovani, si sono unite a noi, hanno deciso di far sentire le loro voci e di creare un cammino nuovo. È tempo di leader coraggiosi che possano generare speranza per un futuro migliore per i nostri figli».
Già 243 palestinesi e 32 israeliani uccisi dal conflitto nel 2023
Da Gerusalemme le attiviste hanno poi raggiunto in pullman la spiaggia di Neveh Midbar, sul Mar Morto in Cisgiordania, dove le attendevano altre pacifiste e dove erano state organizzate una mostra e un’installazione dell’artista Sigalit Landau che raffigurava un tavolo dei negoziati di pace senza partecipanti. Molte più pacifiste provenienti dai Territori occupati, è stato riferito da Rim Hajajri, avrebbero voluto partecipare all’evento ma è stato loro impedito di entrare in Gerusalemme. Nel corso della manifestazione è stata ricordata l’escalation di violenza degli ultimi tempi fra israeliani e palestinesi e la mancanza di volontà politica che rende la pace sempre più un miraggio: solo nei primi nove mesi dell’anno il conflitto ha provocato 243 vittime palestinesi e 32 israeliane.