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Voci di donne in cammino

Manuela Borraccino
12 luglio 2023
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Voci di donne in cammino

Dalle 23 donne presenti al Concilio ai varchi aperti per le pastore e vescove nel mondo protestante; dalle prime rabbine alle protagoniste dell’imamato femminile nell’islam e alle ricercatrici del dharma nel buddhismo. Alcune esponenti delle principali fedi in Italia raccontano la strada percorsa per l’uguaglianza di genere.


Ecco un piccolo libro che ha molte cose da dire. Se alcuni passi sono stati fatti per riconoscere alle donne un maggior ruolo decisionale nelle istituzioni delle principali fedi del mondo, ancora lungo resta il cammino da compiere prima che le donne possano accedere agli incarichi apicali e all’amministrazione del sacro nelle religioni. Luci e ombre dei percorsi avviati negli ultimi cinquant’anni riemergono nell’intenso volumetto, fresco di stampa, a cura della biblista e teologa Marinella Perroni Leadership religiose: la parola alle donne. Pagine che propongono sette testimonianze a cavallo tra saggio e autobiografia: oltre a quella della stessa Perroni, quelle della regista teatrale e studiosa di ebraismo Miriam Canterini, della pastora valdese Letizia Tomassone, della pastora battista Elizabeth E. Green, della vescova vetero-cattolica e biblista Teodora Tosatti, dell’islamologa Marisa Iannucci e della docente di buddhismo tibetano Carla Gianotti.

È un dato di fatto che il millenario androcentrismo nelle organizzazioni interne delle tradizioni religiose opponga resistenze non facili da scalfire. Eppure pochi sanno quanto la rivoluzione avviata durante il secolo delle donne (il Novecento – ndr) abbia aperto dei varchi anche all’interno delle fedi, sulla scia della «sofferenza e disagio di genere» – come scrive in pagine di grande interesse e spessore la buddhista Gianotti – che si respira nei vari ambiti di spiritualità come donne e come credenti. Poiché oggi non si può più non riflettere e interrogarsi, scrive, «sull’assenza di riconoscimento di autorità sapienziale e spirituale attribuita alla maternità nelle sue diverse valenze: biologica, adottiva e spirituale».

Nella prima metà degli anni Sessanta del secolo scorso, il concilio Vaticano II, ricorda Perroni, ha «rappresentato un’aurora per le donne cattoliche», a cominciare dalla presenza alle ultime due sessioni plenarie (pur senza diritto di parola) di 23 donne che ricoprivano ruoli significativi nelle Chiese dei cinque continenti. Al di là della vexata quaestio sull’ordinazione femminile, «ritengo che la mia Chiesa abbia oggi più che mai bisogno di donne che esercitino il ministero teologico con coraggiosa lungimiranza», rimarca la biblista, poiché «senza teologia le Chiese non hanno futuro».

Non è un caso che diverse autrici del volume abbiano fondato con lei negli anni Duemila il Coordinamento teologhe italiane, aperto anche a membri di altre religioni. Così come non è un caso che la maggior parte di loro venga da esperienze di militanza per i diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere. «Non c’è conflitto fra essere cattolica ed essere femminista perché il superamento del patriarcato porta con sé il superamento del paternalismo» rimarca Perroni. Un concetto che, mutatis mutandis, emerge con forza anche tra le righe assai puntuali delle altre bibliste, esponenti di Chiese storicamente più aperte alle donne, così come tra quelle delle studiose dell’ebraismo, dell’islam e del buddhismo.

Da anni sono in corso, in effetti, evoluzioni nell’ebraismo ortodosso moderno anglo-israeliano «verso una più completa uguaglianza di ruoli fra donne e uomini nello spazio-tempo della preghiera e della lettura pubblica della Torah»: un passaggio, spiega Canterini, che potrà avvicinare sempre più donne allo studio e al canto.

Assai significative le pagine nelle quali Marisa Iannucci ricorda come da decenni si discuta sull’opportunità riconosciuta nel Corano che anche alle musulmane venga permesso di pregare in moschea e non solo a casa. Come dimostra peraltro la figura di Umm Waraqah, seguace e contemporanea di Maometto, alla quale venne permesso di guidare la preghiera anche degli uomini. «Al di là del considerare più o meno necessarie le donne imam – rimarca Iannucci – appare chiaro che ci sia un problema nel mondo musulmano per la leadership delle donne in generale: la loro assenza in posizioni di autorità religiosa è un fattore che contribuisce al grado di oppressione vissuto dalle donne musulmane, e diventa sempre più pesante in un mondo globalizzato dove l’islam attraversa tutti i continenti, parla tutte le lingue e dove le donne non smettono di lottare per i loro diritti».

Un libro dal quale emerge uno spaccato di grande ricchezza e autenticità, espressione di un pluralismo religioso e culturale che si fa sempre più strada in Italia.


A cura di Marinella Perroni
Leadership religiose: la parola alle donne
Sette testimonianze
Carocci, 2023
pp. 120 – 13,00 euro

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