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Paolo Dall’Oglio ci parla ancora

Giampiero Sandionigi
21 luglio 2023
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Paolo Dall’Oglio ci parla ancora

Il giornalista Riccardo Cristiano, attento osservatore delle questioni mediorientali, dedica questo libro a Paolo Dall'Oglio, a dieci anni dalla sua sparizione. Che sia vivo oppure morto, padre Paolo e il suo messaggio ci interrogano ancora. Cristiano prova a spiegare come e perché.


Lo ricorderemo tutti – in Italia come in Siria – tra pochi giorni: il 29 luglio di dieci anni fa calava il buio sulla vita di padre Paolo Dall’Oglio, fondatore della comunità monastica di Mar Musa. Ancora oggi non abbiamo certezze su cosa gli sia accaduto dopo essersi spontaneamente recato al quartier generale del sedicente Stato islamico (Isis) a Raqqa. La sua assenza pesa, e interroga molti, ancora oggi.

Il giornalista Riccardo Cristiano non è tra gli amici di lunga data di padre Paolo. Lo ha conosciuto – inizialmente per telefono – solo nel 2011, pochi mesi prima che venisse espulso dalla Siria, il 12 giugno 2012. Di Dell’Oglio Cristiano condivide la lettura sul presente della Siria, una palude di appetiti e interessi che hanno condotto alla distruzione del Paese, e sulle responsabilità degli ecclesiastici locali.

Nel rileggere la vicenda religiosa e politica (nell’accezione più nobile del termine) del gesuita romano, Cristiano riprende il filo di un discorso già iniziato nel suo volume precedente – Figli dello stesso mare. Francesco e la nuova alleanza per il Mediterraneo (ed. Castelvecchi, 2022) per evidenziare le comunanze tra il pensiero e l’azione di padre Paolo e la linea di dialogo con i musulmani efficacemente perseguita da papa Francesco.

Riferendosi a Dall’Oglio, Cristiano scrive: «Non sono però io a poterne scrivere una biografia, o ricostruirne il pensiero. Non ne avrei gli strumenti. Vorrei però contribuire a portarlo nell’oggi, senza pretendere di aver capito più di altri, ma nella certezza che padre Paolo seguirebbe ancora la sua bussola: la collera, che per altri è rabbia, non può essere seguita dall’orgoglio, che ci rinchiude in noi stessi e nel risentimento, impedendo la riconciliazione. No! La collera non è forza bruta, ma energia che genera luce; solo così si trovano le risorse per proseguire verso la trasparenza». (p. 15)

Trasparenza che nella Siria del 2011, come in quella di oggi, significa, per l’autore, guardare in faccia la realtà; chiamare le nefandezze con il loro nome; svincolarsi dalle connivenze e dalle miopie; impegnarsi per un futuro di democrazia fondato su un nuovo patto sociale, che sia capace di federare, ricomponendole, le schegge della nazione.

«Padre Paolo – sottolinea Cristiano – aveva chiarito ai suoi familiari, quando era andato a studiare arabo a Beirut: “Io non vado a studiare arabo, vado a farmi arabo”. E da arabo aveva capito che la trasparenza, la luce, era ciò che serviva alla nuova società del Levante, per riscoprirsi non negli identitarismi fanatizzati, ma in quello che lui chiamava “lo sguardo religioso”, quello che riconosce in ognuno la dignità dell’uomo, amato da Dio». (p. 29)

Con la sua personale chiave interpretativa, Cristiano scrive di padre Paolo, che «era un monaco, ma il suo temperamento l’ha obbligato a diventare l’ambasciatore della rivoluzione tradita da tutti, anche da molti rivoluzionari, e rifiutata dalle Chiese orientali, convinte che la protezione del potere esistente fosse la sola garanzia possibile. Questo pessimismo di fondo basato sulla sfiducia nei confronti dei musulmani non poteva vedere la palude, l’uso sapiente e perverso del terrorismo. Il dissidio era tra fiducia e sfiducia, nel quale il sistema creato dal regime sapeva poi usare anche interessi personali». (p. 34)

Forte della propria esperienza umana, intellettuale e spirituale, padre Dall’Oglio contrastava tanto i regimi tirannici quanto l’islamofobia serpeggiante tra i cristiani, in Siria come in Europa. Pronto a pagare il prezzo dell’isolamento e del rifiuto.

In una lettera aperta indirizzata a papa Francesco nel luglio 2013 – ci ricorda Cristiano – il fondatore di Mar Musa si presentava così: «Mi chiamo Paolo Dall’Oglio, sono gesuita e per più di trent’anni ho promosso in Siria l’armonia islamo-cristiana. Ho preso posizione in favore dei democratici siriani schiacciati da una repressione inumana e indiscriminata che speravo proprio di non dover vedere nel ventunesimo secolo. Sono stato espulso nel giugno del 2012, e da allora sono impegnato a tempo pieno per la difesa dei diritti dei siriani e della legittimità della loro rivoluzione. Oggi, lo sappiamo, la Siria fa da ring per una lotta geopolitica regionale all’ultimo sangue. In tutto questo le Chiese non hanno saputo reagire in tempo e i cristiani si trovano ora intrappolati nelle zone di guerra e semplicemente tendono a lasciare il Paese. Purtroppo il regime siriano è stato abilissimo nell’utilizzare un certo numero di ecclesiastici, uomini e donne, per propagandarsi in Occidente come l’unico e ultimo baluardo in difesa dei cristiani perseguitati dal terrorismo islamico. Questa operazione di manipolazione dell’opinione è riuscita a discreditare in gran parte lo sforzo rivoluzionario siriano, sul terreno e all’estero, agli occhi dei cittadini di mezzo mondo, e ha quindi potuto ottenere una paralisi della diplomazia e della politica europee che in definitiva non fa che rafforzare i gruppi più estremisti e indebolire la società civile».

In un discorso pronunciato a Beirut nel marzo 2013 e citato nel libro di Cristiano, padre Paolo incalzava: «Se i cristiani sostengono il regime perché hanno paura dell’islamismo, lasceranno in massa il Paese. È quello che è successo in Iraq, è quello che accadrà in Siria e, se non si trova una soluzione, è quello che si verificherà anche in Libano. I cristiani del Medio Oriente non sanno più perché Dio li abbia mandati a vivere con i musulmani. Quando uno non trova più una risposta a questo, allora uno parte, lascia il Paese. La loro deve essere una risposta spirituale, non soltanto sociale o economica». (37s.)

Espressioni nette e non da tutti condivise, ma certamente protese verso un futuro immaginato diverso da quello che è il nostro oggi.


Riccardo Cristiano
Una mano da sola non applaude
La storia di Paolo Dall’Oglio, letta nell’oggi
Ancora, 2023
pp. 144 – 16,00 euro

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