(g.s.) – L’aveva esposto brevemente dal 23 al 29 marzo scorso, prima che venisse messo all’asta. Ora il Museo del popolo ebraico (Anu) di Tel Aviv entra definitivamente in possesso del Codice Sassoon. La versione manoscritta più antica e completa della Bibbia ebraica è stata acquistata dalla famiglia del 93enne avvocato di Baltimora Alfred H. Moses, ex ambasciatore statunitense in Romania (tra il 1994 e il 1997), che intende farne dono al museo israeliano, con uno dei tanti atti di mecenatismo tipici dei ricchi ebrei della diaspora.
Durante l’asta battuta da Sotheby’s a New York il prezzo d’acquisto raggiunto dal Codice il 17 maggio è stato di 38,1 milioni di dollari. Alla vigilia dell’asta era valutato tra i 30 e i 50 milioni di dollari.
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Fino al 2021, il record per il libro più costoso mai venduto era detenuto dal Codice Leicester, un manoscritto di Leonardo da Vinci acquistato da Bill Gates nel 1994 per 30,8 milioni di dollari. Fu detronizzato dalla prima stampa della Costituzione americana, acquistata per 43,2 milioni di dollari dall’investitore Ken Griffin.
Il Codice Sassoon fu probabilmente copiato tra il Nono e il Decimo secolo d.C. Quasi mille anni dopo, il suo stato di conservazione è quasi perfetto. Mancano solo cinque pagine (con i primi dieci capitoli della Genesi). È possibile seguirne la traccia attraverso i secoli grazie agli appunti lasciati dai vari proprietari. Se ne persero le tracce intorno al Tredicesimo secolo, quando fu distrutta la sinagoga nel nord della Siria dove la copia della Bibbia veniva utilizzata.
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Il Codice riemerse 600 anni dopo, nel 1929, durante un’asta nella quale venne acquistato da colui che gli diede il suo nome attuale: David Solomon Sassoon (1880-1942), un britannico proprietario della più importante collezione di testi ebraici al mondo. Da quel momento il Codice è sempre rimasto in mani private. Fino a pochi giorni fa era di proprietà di Jacqui Safra, un banchiere svizzero con antenati siriani.
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