(g.s./c.l.) – Nelle ultime settimane a Nazaret vanno ripetendosi episodi intimidatori nei confronti di conventi e scuole cattoliche gestite dalle suore.
Il primo episodio risale al 16 marzo scorso. Poco dopo il tramonto, intorno alle 18.30, alcuni colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro i muri esterni del convento (e scuola) delle Suore francescane del Cuore Immacolato di Maria, che in quel momento erano raccolte in preghiera in cappella. L’edificio delle religiose sorge a ridosso del complesso dei francescani della Custodia di Terra Santa che racchiude la chiesa di San Giuseppe e la basilica dell’Annunciazione.
Un appello al governo di Israele
Il giorno dopo il vescovo Rafic Nahra, vicario per Israele del Patriarcato latino di Gerusalemme, ha segnalato il fatto con una lettera al ministro israeliano per l’Istruzione, Yoav Kisch.
«Si tratta di un precedente molto pericoloso e preoccupante – ha scritto mons. Nahra –, poiché è la prima volta che si verifica un simile incidente contro una scuola gestita dalla Chiesa in Israele. Prendiamo molto sul serio questo episodio, poiché i conventi e le scuole cristiane sono sempre stati al di fuori del circolo vizioso della violenza che flagella la società araba».
La lettera del presule – fatta propria anche dall’Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa – si conclude con l’auspicio che le autorità israeliane, a cominciare dal ministro Kisch e dal responsabile della Sicurezza nazionale (Itamar Ben-Gvir), vogliano avviare «indagini approfondite e immediate per trovare gli autori del reato e garantire che un simile episodio non si ripeta nella scuola delle Suore Francescane o in qualsiasi altra scuola in Israele».
Intolleranza armata
Purtroppo, solo pochi giorni più tardi, un altro spiacevole episodio è accaduto presso il convento delle suore salesiane, anch’esse responsabili di una scuola cattolica che assicura l’istruzione ad allieve ed allievi arabi, cristiani o musulmani che siano. La sera del 23 marzo alcuni giovani mascherati e armati di bastoni – probabilmente musulmani estremisti – si sono introdotti nella casa religiosa minacciando le suore e intimando loro di convertirsi all’islam. I malintenzionati se ne sono andati prima dell’arrivo della polizia.
Sabato 25 marzo si sono recati a Nazaret per esprimere vicinanza e solidarietà alle suore il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, e l’arcivescovo melchita di Akko, mons. Yousef Matta, accompagnati da mons. Nahra, dal parroco latino di Nazaret fra Ibrahim Alsabbagh e da altre personalità.
Per rendere espliciti il disagio e la protesta contro questo genere di azioni, lunedì 27 marzo è stata dichiarata una giornata di sciopero in tutte le scuole cristiane di Nazaret. Nei prossimi giorni è anche attesa una conferenza stampa su questi temi.
Senza precedenti
«Quelli degli ultimi giorni sono attacchi oltrepassano qualunque linea rossa», rimarca fra Abdel Masih Fahim, segretario generale dell’Ufficio delle scuole cristiane in Israele, «tanto più che le nostre scuole lavorano fin dalla loro creazione al servizio di tutta la società, qualunque sia l’origine o la religione dei bambini».
Il 28 marzo dovrebbe essere scandito da speciali attività educative: «Coinvolgeremo i nostri studenti e il personale in un dialogo nel quale ci scambieremo idee su come purificare la nostra società, per liberarla dal flagello della violenza, perché i frutti del male sono inutili, mentre la giustizia salva dalla morte», si legge in un comunicato diffuso da fra Abdel Masih Fahim.
Nazaret è la più grande città araba nel nord di Israele. Dei suoi 78mila abitanti, il 69 per cento sono musulmani e il 31 per cento cristiani. La affliggono criminalità, violenza e traffico di droga. I residenti lamentano che nell’ultimo decennio è stata trascurata dall’inadeguatezza dell’amministrazione comunale.
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