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Negli scavi al Santo Sepolcro frammenti di pavimenti antichi

Terrasanta.net
18 gennaio 2023
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Proseguono le indagini archeologiche, nella basilica di Gerusalemme, con il rinvenimento del basamento roccioso della collina rasa al suolo dall'imperatore Costantino, nel IV secolo, per isolare la tomba di Gesù, onde favorirne la venerazione.


Sono passati ormai poco più di nove mesi dall’inizio dei lavori di restauro del pavimento del Santo Sepolcro. Su una superficie di quasi 1.000 metri quadrati, lastre consunte dal tempo e dall’andirivieni di generazioni di fedeli, religiosi e pellegrini, vengono rimosse in fasi successive, rendendo accessibile agli archeologi il sottosuolo della basilica. I capi delle Chiese greco-ortodossa, cattolica latina e apostolica armena, responsabili del Luogo Santo, seguono scrupolosamente gli sviluppi grazie a regolari sopralluoghi, l’ultimo dei quali risale all’11 gennaio scorso.

Dopo aver scavato nella zona dell’Arco della Vergine, nonché nella parte settentrionale e intermedia della Rotonda, gli archeologi del Dipartimento di Scienze dell’Antichità di Sapienza – Università di Roma si stanno ora concentrando sulla sua metà meridionale, costringendo i copti a spostare il contenuto della loro cappella, resa inaccessibile, in un piccolo ambiente prefabbricato.

Sotto le lastre, è la roccia madre della cava di pietra utilizzata per le crocifissioni pubbliche duemila anni fa a svelarsi: «Sono ben visibili le tracce dei cunei e dei tagli praticati per staccare pietre, spesso molto grandi», spiega la professoressa Francesca Romana Stasolla in un comunicato diffuso il 15 gennaio dalla Custodia di Terra Santa.

Quei tagli hanno generato anche grandi cavità: «La profondità della cava varia da pochi centimetri a oltre due metri in alcuni punti», continua l’archeologa. Una sorta di groviera roccioso, sul quale l’imperatore Adriano (117-138 d.C.) fece costruire un tempio, le cui fondamenta si svelano una volta rimosse le pietre pavimentali. Niente di nuovo sotto il sole: la maggior parte di queste strutture romane era già stata indagata durante gli scavi effettuati nel 1974 da Charles Couasnon e documentati dal francescano Virgilio Corbo. «Esplorare nuovamente quest’area – spiega la professoressa Stasolla – ci permette di aggiornare la documentazione e di collegarla meglio a nuovi dati archeologici».

I resti di un pavimento costantiniano

Gli scavi attualmente in corso gettano luce anche sull’evoluzione del luogo nel corso della Storia. Nei primi decenni del IV secolo, su impulso dell’imperatore Costantino, convertito al cristianesimo, il tempio di Adriano fu distrutto e l’area rasa al suolo. «La roccia – osserva l’archeologa romana – venne tagliata sino alla base della tomba, originariamente scavata nel fianco di una collina, fino a creare attorno ad essa un’area pianeggiante. I resti di una prima monumentalizzazione della tomba sono stati rinvenuti al di sotto dell’attuale edicola ottocentesca. Si tratta di un pavimento di forma circolare in marmi di riutilizzo, lavorati con cura, la cui circonferenza abbraccia l’intera area nella quale insiste la tomba». Un dato confermato anche dalle rappresentazioni più antiche della tomba, che mostrano un monumento circolare, puntualizza la studiosa.

Sono stati portati alla luce anche i resti di due pavimenti, realizzati con la tecnica dell’opus sectile (vale a dire l’assemblaggio di tessere marmoree per comporre forme geometriche). Il più antico utilizza frammenti di marmo bianco e grigio, posati direttamente sulla roccia. Charles Couasnon ne trovò una porzione già negli anni Settanta. Il pavimento più recente fu realizzato con marmi di recupero.

È previsto che le analisi e ricerche nel sottosuolo della basilica coprano un arco di 26 mesi, procedendo in dieci aree distinte che saranno scavate via via, in modo da ostacolare il meno possibile il flusso dei pellegrini e il regolare svolgimento delle liturgie delle diverse comunità che hanno diritto a celebrare in basilica.

Negli anni scorsi la rivista Terrasanta ha seguito da vicino anche i lavori di restauro e consolidamento dell’edicola del Santo Sepolcro. Ad essi ha dedicato un Dossier pubblicato nel marzo-aprile 2017. Il numero è ancora disponibile in versione cartacea e digitale. Se vuoi acquistarlo, clicca qui.

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