Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Le prime reazioni alla «passeggiata» di Ben-Gvir

Giuseppe Caffulli
4 gennaio 2023
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Le prime reazioni alla «passeggiata» di Ben-Gvir
Gerusalemme, 3 gennaio: il nuovo ministro israeliano Itamar Ben-Gvir (a sinistra) alla Spianata delle Moschee. (foto Ministero della Pubblica sicurezza)

La visita alla Spianata delle Moschee di uno dei ministri più estremisti del nuovo governo di Israele ha provocato — nelle prime ore — una serie di risposte, soprattutto nel mondo arabo. Reazioni, per il momento, quasi solo diplomatiche.


Non si sono fatte attendere le ripercussioni alla visita del neo ministro alla Sicurezza e leader del partito di ultra-destra Potere ebraico Itamar Ben-Gvir sulla Spianata delle Moschee, ieri 3 gennaio. Gli Emirati Arabi Uniti e la Cina hanno chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di riunirsi per esaminare i recenti fatti accaduti a Gerusalemme.

La Spianata delle Moschee, che ricade sotto la protezione del Regno hashemita di Giordania, è uno dei principali luoghi sacri per i musulmani. Per l’ebraismo è l’area sacra dove sorgeva il tempio fino alla distruzione nel 70 dopo Cristo ad opera del generale romano Tito.

Gli Emirati Arabi Uniti si sono uniti all’Arabia Saudita, alla Giordania e al Qatar nel condannare la visita del ministro del governo di Benjamin Netanyhau, insediatosi nei primi giorni del 2023, dopo aver vinto le elezioni del 1 novembre scorso.

Val la pena ricordare che visita dell’allora primo ministro Ariel Sharon nel 2000 fu l’evento scatenante della seconda Intifada.

Ben-Gvir è una figura controversa in Israele, perfino all’interno del mondo dell’estrema destra. Anche i giornali vicini ai gruppi ultraortodossi hanno criticato la «passeggiata» sulla Spianata, ritenuta contraria alla legge ebraica. Fonti governative riferiscono che la visita sarebbe stata autorizzata dal premier Netanyahu.

Alcuni tafferugli sono stati segnalati a Gerusalemme. Un razzo è stato lanciato nella notte di martedì dalla Striscia di Gaza verso Israele, intercettato dal sistema di difesa israeliano. Fino al momento in cui stiamo scrivendo, non si registrano gravi incidenti a quella che è stata definita dal leader palestinese Abu Mazen «una provocazione».

Sul fronte diplomatico si registrano varie altre prese di posizione. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price, ha affermato che l’amministrazione Biden si oppone a «qualsiasi azione unilaterale che comprometta lo status quo».

Dure le reazioni anche ad Amman. L’ambasciatore di Israele in Giordania Eitan Surkis, convocato dal ministro degli Esteri, ha ricevuto una lettera ufficiale di protesta riguardante la visita di Itamar Ben-Gvir.
Nel testo la Giordania ribadisce che Israele, «in quanto potenza occupante, deve rispettare il diritto internazionale nella città occupata di Gerusalemme e nei suoi Luoghi Santi» e mettere fine ai «tentativi di alterare lo status quo».

La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle