(g.s.) – Dopo aver recitato l’Angelus con i pellegrini presenti in piazza San Pietro a mezzogiorno di ieri, 29 gennaio 2023, papa Francesco ha espresso il suo cordoglio e il suo dolore per gli sviluppi degli ultimi giorni in Israele e nei Territori palestinesi, con le vite stroncate a Jenin, in Cisgiordania, durante un raid antiterrorismo dell’esercito israeliano il 26 gennaio e l’attentato, del 27 sera, alla sinagoga di Neve Yaakov, a Gerusalemme Est.
«Con grande dolore – ha detto il Papa – apprendo le notizie che giungono dalla Terra Santa, in particolare della morte di dieci palestinesi, tra cui una donna, uccisi durante azioni militari israeliane antiterrorismo in Palestina; e di quanto accaduto vicino a Gerusalemme venerdì sera, quando sette ebrei israeliani sono stati uccisi da un palestinese e tre sono stati feriti all’uscita dalla sinagoga. La spirale di morte che aumenta di giorno in giorno non fa altro che chiudere i pochi spiragli di fiducia che ci sono tra i due popoli. Dall’inizio dell’anno decine di palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri a fuoco con l’esercito israeliano. Faccio appello ai due governi e alla comunità internazionale, affinché si trovino, subito e senza indugio, altre strade, che comprendano il dialogo e la ricerca sincera della pace. Preghiamo per questo, fratelli e sorelle!».
La voce delle Chiese di Terra Santa
Da Gerusalemme, sempre domenica, si è levata anche la voce dei patriarchi e capi di tutte le comunità cristiane (non solo cattoliche) di Terra Santa.
La loro dichiarazione si dischiude con un invito a moderarsi se non si vuole rinfocolare un circolo vizioso sempre più nefasto: «Noi, Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, invitiamo tutti alla moderazione. Abbiamo costantemente messo in guardia da un ciclo di violenza sempre più crescente e insensato che causerà per tutti solo dolore e sofferenza. Un tale stato di cose porterà quasi certamente ulteriori atti efferati, allontanandoci dalla tanto ricercata pace e stabilità che tutti noi cerchiamo».
«Monitorando da vicino questa deplorevole situazione – continua la dichiarazione –, abbiamo concluso che questa proliferazione di violenza, che ha portato alla morte ingiustificata di 32 palestinesi e 7 israeliani dall’inizio del nuovo anno, sembra auto-perpetuarsi. Sicuramente continuerà e si intensificherà, a meno che non venga intrapreso un intervento deciso da parte dei leader comunitari e politici di tutte le parti. Tutti dobbiamo lavorare insieme per disinnescare le attuali tensioni e avviare un processo politico basato su principi di giustizia consolidati, che porti a una pace duratura e alla prosperità per tutti. In linea con ciò, in questi tempi così difficili, chiediamo a tutte le parti di rispettare la fede religiosa dell’altro e di mostrare rispetto per tutti i siti sacri e i luoghi di culto». Espressioni non nuove, ma che non per questo suonano meno sensate.
Concludono i patriarchi e capi religiosi dei cristiani di Terra Santa: «All’indomani di quest’ultima tragica ondata di violenza, preghiamo per le persone uccise e ferite e chiediamo che Dio resti vicino alle loro famiglie e ai loro cari. Preghiamo anche per la guarigione dei feriti e perché l’Onnipotente dia forza e perseveranza a coloro che si prendono cura di loro. Infine, chiediamo che Dio conceda saggezza e prudenza ai leader politici e alle persone influenti di tutte le parti, guidandoli a individuare modi per aiutarci a superare la violenza, a mantenere sicure le nostre comunità e a lavorare instancabilmente per raggiungere una soluzione giusta e pacifica per la nostra amata Terra Santa».
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