Un nome illustre, Adrian von Bubenberg. E uno stemma di famiglia. Questi due elementi furono segnati a carboncino, più di 500 anni fa, su una parete del Cenacolo, luogo dell’ultimo pasto di Gesù condiviso con i suoi discepoli, sulla cima del monte Sion a Gerusalemme. Questi graffiti con strisce nere sono recentemente riemersi dal passato, come ha riferito l’Autorità israeliana per le antichità (Aia), in una dichiarazione, fatta nell’ambito di una conferenza congiunta del 19 ottobre a Gerusalemme dell’Autorità stessa, l’Università Ebraica e l’Università di Tel Aviv, e pubblicata in New Studies in the Archaeology of Jerusalem and its Region.
L’usanza di lasciare il proprio nome non era disapprovata, anzi. Ha segnato, nella o sulla pietra, la testimonianza di una certa devozione, in particolare dopo un lungo viaggio dall’Europa.
L’iscrizione al carboncino ha potuto essere decifrata utilizzando «metodi tecnologici avanzati, sviluppati dall’Autorità israeliana per le antichità per la ricerca dei manoscritti del deserto della Giudea», ha fatto sapere il comunicato dell’Aia. «Queste tecnologie, utilizzando la fotografia multispettrale, diverse lunghezze d’onda invisibili all’occhio umano, portano alla luce iscrizioni che sono sbiadite e cancellate nel corso degli anni».
Un collegamento tra Gerusalemme e la Svizzera medievale
La testimonianza epigrafica recentemente svelata è sopravvissuta ai secoli, nonostante la facilità a sbiadire, ed è particolarmente interessante in quanto non è stata lasciata da un pellegrino qualunque. Il nome si riferisce direttamente a un nobile e valoroso cavaliere bernese, eroe della battaglia di Morat nel 1476 e vincitore contro l’esercito di Carlo il Temerario, duca di Borgogna, che minacciava l’indipendenza della Svizzera.
Adrian I von Bubenberg (1424–1479), che fu sindaco di Berna ed è sepolto nella collegiata della città per i suoi servizi resi alla Svizzera, avrebbe compiuto – secondo fonti scritte – un pellegrinaggio nel 1466 nella Città Santa, dove fu anche fatto Cavaliere dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro. All’epoca, per entrare nell’ordine, infatti, era necessario recarsi a Gerusalemme.
Ma poiché anche suo figlio Adrian II von Bubenberg (1458-1501) visitò la Terra Santa nel 1480 e fu anch’egli nominato cavaliere al Santo Sepolcro, gli archeologi non possono determinare con certezza da chi provenga la firma, se sia del padre o del figlio. Tuttavia la scoperta fornisce una prova diretta del legame tra la Svizzera medievale e Gerusalemme, come sottolinea il comunicato stampa dell’Aia.
Rivelate altre quaranta iscrizioni
In epoca mamelucca, fra il 1333 e il 1552, il complesso del Cenacolo appartenne ai francescani. «L’edificio fungeva da monastero e ostello per i pellegrini occidentali, che lasciarono il loro segno sulle pareti», precisano Michael Cherchin e Shai Halevi dell’Aia, che guidano un progetto per decifrare le iscrizioni lasciate nel sito da pellegrini cristiani e musulmani. Negli ultimi mesi, i ricercatori hanno rivelato più di quaranta iscrizioni in diverse lingue, sette delle quali datate, insieme a stemmi di famiglia di cavalieri medievali.