(g.s.) – Sulle sponde orientali del Mediterraneo nelle ultime settimane è tornata la stagione del raccolto delle olive. Tempo di lavoro alacre, che coinvolge interi nuclei familiari; tempo di gratitudine per gli abbondanti frutti della terra. Anche, però, tempo di frustrazione e di rinfocolati conflitti nei Territori palestinesi di Cisgiordania, dove l’occupazione militare israeliana e le prepotenze dei coloni ostacolano il lavoro dei coltivatori palestinesi.
Anno dopo anno si replica lo stesso copione: ostacoli al libero movimento dei mezzi agricoli – come lo sbarramento fotografato qui e presidiato dai soldati israeliani nei pressi dell’insediamento di Elon Moreh (2.000 abitanti) a est di Nablus –, tafferugli, intimidazioni, baruffe e pestaggi di cui fanno spesso le spese anche gli attivisti israeliani o stranieri che scortano e coadiuvano i raccoglitori palestinesi nei loro uliveti.
Anche questo, lo sappiamo, è Terra Santa.