(c.l.) – In una comunicazione che si rivolge principalmente alle dame e ai cavalieri dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma che, in definitiva, riguarda tutti i cristiani, il card. Fernando Filoni ripropone la questione del «significato ecclesiologico del sostegno alla Terra Santa». E lo fa con un intervento ripreso il 12 ottobre scorso dal giornale della Santa Sede, L’Osservatore Romano.
In qualità di Gran Maestro, il porporato dirige l’Ordine i cui membri si impegnano a sostenere i cristiani di Terra Santa e le opere (aperte a tutti) della Chiesa cattolica in Terra Santa, in particolare quelle del Patriarcato latino di Gerusalemme che estende la propria giurisdizione su Israele, i Territori Palestinesi, la Giordania e Cipro. L’impegno dei cavalieri e delle dame si esprime spiritualmente nella preghiera e concretamente con l’invio di fondi e le frequenti visite ai cristiani di Terra Santa – e alle loro comunità – durante i pellegrinaggi.
Fedeli alle radici
Nella sua nota, Filoni spiega molto chiaramente l’importanza di sostenere fattivamente la Terra Santa, luogo delle radici cristiane.
Per il cardinale non c’è motivo di tergiversare: i membri dell’ordine – posto sotto l’autorità della Santa Sede – «assumono un compito affidato loro dal Santo Padre in nome della Chiesa». Si tratta di «un vero compito ecclesiale, non di un incarico lasciato alla buona volontà di pochi. È molto di più», osserva Filoni precisando che «si tratta di un’attribuzione che compete alla Chiesa per la responsabilità che essa ha verso i Luoghi di Gesù e in particolare verso la Chiesa di Gerusalemme, affinché quei Luoghi non diventino siti di archeologia religiosa, e quella Chiesa non resti priva di vitalità».
Il cardinale Gran Maestro invita a non dimenticare mai che «questi luoghi sono vivi per la presenza di comunità di credenti e che ad essi noi tutti, ancor più se Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro, rivolgiamo la nostra primaria attenzione». Filoni considera che questa responsabilità sia anche «dovere di tutti i figli che hanno a cuore la memoria e l’affetto per quella “casa paterna/materna” in cui nacque e crebbe la prima comunità apostolica, dove sono preservati i luoghi della vita e della morte del Signore, e dove è possibile riandare alle radici della fede».
Come ulteriore argomentazione, il porporato non manca di tornare alle basi storiche di tale impegno quando gli apostoli chiamarono i primi cristiani di Antiochia, Grecia, Galazia e Macedonia ad aiutare i fedeli di Gerusalemme (cfr. Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 8 versetti 3-4).
Un Ordine non anacronistico
Qualche motivo di rammarico c’è. Il cardinal Filoni rileva: «non è infrequente che taluni ecclesiastici o non comprendono questo “dovere” ecclesiale o se ne disinteressano». C’è poi chi considera l’Ordine del Santo Sepolcro «un’istituzione anacronistica» o chi pensa che il dovere ecclesiale di sostenere i fratelli in Terra Santa non riguardi le altre Chiese particolari sparse nel mondo che devono già fare i conti con le limitate risorse economiche e con la presenza di tanti poveri accanto a loro.
Al che il cardinale replica: «C’è un errore fondamentale in questo modo di pensare: si tende a marginalizzare o svalutare questo dovere ecclesiale che i Papi hanno sempre ritenuto nella Chiesa di elevata sensibilità e di comune responsabilità». Il cardinale arriva a spiegare che alcuni pontefici, in passato, hanno tenuto per sé la funzione di Gran Maestro dell’Ordine, senza delegarla a un cardinale.
Il cardinal Filoni si rallegra comunque nel vedere che l’Ordine del Santo Sepolcro, con i suoi 30mila membri (laici ed ecclesiastici) sparsi in una quarantina di Paesi, vive all’interno delle realtà diocesane, in particolare grazie ai numerosi vescovi che «includono tra le proprie incombenze, la cura pastorale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, i cui Membri non appartengono soltanto ad una Entità riconosciuta dalla Sede Apostolica, ma sono anzitutto loro fedeli, comprendendo che essi possono essere espressione concreta di un operare che appartiene alle Chiese locali».
In altre parole «attraverso la presenza dei Cavalieri e delle Dame del Santo Sepolcro, è la stessa realtà ecclesiale diocesana che partecipa in certo modo al dovere di sostenere stabilmente (e non solo occasionalmente) la Chiesa Madre di Gerusalemme e quei Luoghi dove, non di rado, i vescovi conducono pellegrinaggi, serbano memoria indelebile e inviano laici e sacerdoti per approfonditi studi biblico-teologici e intense esperienze interreligiose».