Nuovo gruppo nella galassia di movimenti pacifisti: l’associazione palestinese Women Of the Sun lavora in partenariato con l’israeliana Women Wage Peace per riannodare il dialogo fra le due società civili e far ripartire i negoziati di pace.
Sono ormai svariate migliaia fra Betlemme, Nablus e altre città della Cisgiordania e hanno scelto come nome «Donne del Sole». Si tratta dell’ultima associazione femminista pacifista nata un anno fa da madri palestinesi che cercano di creare iniziative dal basso sui temi legati alla fine del conflitto e di riportare in cima all’agenda politica i negoziati di pace. Per questo hanno avviato una partnership con l’analoga associazione israeliana Women Wage Peace, ovvero Le Donne fanno la pace, che dall’anno della fondazione nel 2014 ha raggiunto quota 50mila iscritte e che costituisce oggi uno dei principali movimenti pacifisti in Israele, con attiviste provenienti anche dalle comunità arabe, druse, cristiane e non solo ebraiche, tanto fra le laiche quanto fra le religiose e di tutte le estrazioni politiche.
Dopo l’incontro con centinaia di socie di entrambi i movimenti, lo scorso 25 marzo a Gerico,che ha sancito l’inizio della collaborazione, le due associazioni hanno organizzato due presidi il 13 e 14 luglio a Gerusalemme per cercare di attrarre l’attenzione dei leader israeliani e palestinesi e dello stesso staff diplomatico statunitense in viaggio in questi giorni con il presidente Joe Biden.
«Basta sangue: vogliamo la fine del conflitto»
«Ascoltate le voci di noi madri israeliane e palestinesi: mettete in agenda la pace fra israeliani e palestinesi. L’associazione israeliana Women Wage Peace e il movimento palestinese Women of the Sun chiedono la fine di questo sanguinoso conflitto», si legge nell’appello congiunto rivolto al presidente Biden, al premier israeliano Yair Lapid e a quello palestinese Mahmoud Abbas diffuso nei giorni scorsi con un fitto tam-tam sui social e affisso sui cartelli esposti nei presidi che hanno avuto luogo a Gerusalemme. Le due associazioni stanno organizzando una serie di iniziative congiunte per i prossimi mesi per creare una massa critica che costringa le due leadership ad ascoltare le loro voci e riavviare il dialogo.
«Con le donne tra i negoziatori il cambiamento è possibile»
«Gli eventi dello scorso anno – spiega Nadia Hamdan, membro del direttivo di Women Wage Peace – hanno dimostrato che è impossibile gestire il conflitto. Continueremo a lavorare e a camminare insieme alla nostra controparte delle “Donne del sole” per chiedere ai nostri governi che facciano tutto il possibile per trovare una soluzione. Dopo l’evento di marzo sul Mar Morto, abbiamo continuato a incontrarci in modo informale nella nostra Tenda delle Madri mobile, con la collaborazione di alcune delle nostre attiviste arabe israeliane che hanno facilitato gli incontri. Basta sangue, ripetiamo: chiediamo ai leader israeliani e palestinesi di iniziare i negoziati, con la piena partecipazione delle donne, spianando la strada alla pace e alla sicurezza. La storia dimostra che quando donne provenienti da tutti gli ambiti della società civile partecipano a negoziati di pace, la pace diventa possibile. Il cambiamento è possibile».
Nata lo scorso luglio, l’associazione Women of the Sun ha già attratto diverse migliaia di donne e ha ora aperto un altro ufficio a Beit Jala, oltre a quello di Gerusalemme, per cercare il più possibile di espandersi in Cisgiordania. L’ufficio vicino a Betlemme sarà anche la sede di un centro di educazione alla pace per bambini, dalla scuola materna alle medie, per cercare attraverso il gioco, la musica, le storie in ebraico e in arabo di far conoscere «l’altro» e ridurre i pregiudizi.