Si è riaperto in questo giugno 2022 il flusso verso Israele di ebrei nati in Etiopia. Alla fine del 2021 il governo israeliano aveva autorizzato l’arrivo di tremila persone e ora la decisione comincia a produrre i suoi effetti con una serie di trasferimenti aerei nella cornice di quella che è stata denominata Operazione Roccia di Israele.
Un volo atterrato il primo giugno scorso a Tel Aviv ha condotto nello Stato ebraico 180 nuovi cittadini. Era dal marzo 2021 che un aereo con un simile carico non decollava da Addis Abeba alla volta del principale scalo israeliano. Visibilmente soddisfatta la ministra per l’Alyah e l’Integrazione, Pnina Tamano-Shata, lei stessa d’origini etiopi nonché prima donna del suo gruppo sociale ad aver ottenuto (nel 2013) un seggio di parlamentare alla Knesset.
All’immigrazione di ebrei etiopi i cui avi, secoli fa, abbracciarono il cristianesimo (i falasha mura) si erano opposte, per le vie legali, alcune organizzazioni israeliane che contestavano l’ebraicità dei nuovi aspiranti dal Corno d’Africa. Nel marzo scorso la Corte suprema ha respinto i ricorsi, riaprendo la strada ai nuovi arrivi. (c.l.)