Dopo tre anni di lavori, la Custodia di Terra Santa ha inaugurato a Betlemme il nuovo centro servizi Dar Al-Majus (Casa dei Magi), a poche decine di metri dalla basilica della Natività. A gestirlo sarà l’Associazione Pro Terra Sancta.
Il 9 giugno scorso il Custode di Terra Santa, Francesco Patton, ha inaugurato a Betlemme il Dar al-Majus Community Home (Centro comunitario Casa dei magi). Lo stabile, ristrutturato a partire dal novembre 2019, alberga gli uffici locali dell’Associazione Pro Terra Sancta, un centro di ascolto, aule per la formazione e l’orientamento dedicate in special modo all’avviamento al lavoro di giovani e donne (anche con l’obiettivo di contrastare l’emigrazione), spazi espositivi, gallerie d’arte e un bazar solidale che darà visibilità a varie esperienze sociali e assistenziali già presenti in città.
L’antico edificio ottomano acquisito anni fa dalla Custodia di Terra Santa è sito in via della Stella (Star Street) una delle strade che conducono alla basilica della Natività, proprio nel cuore della cittadina palestinese.
Vincenzo Bellomo, italiano residente con la famiglia a Betlemme, è responsabile locale dell’ong della Custodia e ha seguito il progetto sin dal primo giorno. Ci tiene a sottolineare l’intento di proseguire con l’opera di solidarietà, promozione e sostegno che Pro Terra Sancta svolge qui da ormai quindici anni e rimarca la volontà di valorizzare – come è accaduto nel cantiere anche durante la fase acuta della pandemia di coronavirus – le risorse e la bellezza tipiche di quest’angolo di Cisgiordania. Tutto, dice, dal progetto architettonico per la trasformazione dell’edificio, un tempo residenziale, è stato concepito in loco. Palestinesi sono gli architetti che hanno concorso con cinque progetti alla gara d’appalto (incarico assegnato poi allo studio di architettura Aau Anastas), come palestinesi sono gli artigiani che hanno realizzato gli arredi.
Agli artisti locali si sono aggiunti e si aggiungeranno contributi dall’estero: nei giorni immediatamente precedenti l’inaugurazione, ad esempio, il pittore italiano Franco Vignazia ha realizzato sui muri del cortile interno un dipinto dedicato ai re magi. «Sulla terrazza – aggiunge Bellomo – un bellissimo mosaico di Madaba servirà per raccontare la storia del cristianesimo in questa terra. In alcune sale con impianti multimediali si prova a raccontare la bellezza di un popolo come quello palestinese, che spesso viene rappresentato soltanto come un problema».
Un progetto reso possibile – come altri – dalla generosità concreta di tanti donatori, anche italiani. (g.c.)
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