Ieri, domenica primo maggio, la sala stampa della Santa Sede ha comunicato la nomina di mons. Paolo Martinelli a responsabile del vicariato apostolico dell’Arabia meridionale. Monsignor Martinelli succede così all’80enne cappuccino svizzero mons. Paul Hinder, il quale ha informato i fedeli che il successore gli subentrerà nei prossimi mesi. Nel frattempo Hinder rimarrà come amministratore apostolico.
Monsignor Martinelli, frate minore cappuccino, è attualmente vescovo ausiliare e vicario episcopale sia per la Vita consacrata sia per la Pastorale scolastica della diocesi di Milano. Nel darne notizia, la curia arcivescovile del capoluogo lombardo ha diramato un messaggio dell’arcivescovo mons. Mario Delpini, che spiega la delicatezza del compito al quale è stato chiamato Martinelli: «Il Vicariato Apostolico per l’Arabia Meridionale si prende cura dei fedeli cattolici, un milione circa, presenti in una regione molto vasta. I fedeli sono per lo più migranti che arrivano da Paesi asiatici, i quali si trovano in questa regione per motivi di lavoro. Il Vicariato comprende gli Emirati Arabi Uniti, l’Oman, lo Yemen, per una popolazione complessiva di circa 43 milioni di persone. Mi faccio voce della Diocesi di Milano e della Conferenza Episcopale Lombarda per esprimere riconoscenza e ammirazione per fra Paolo».
«Mentre esprimo il rammarico per essere privato di un collaboratore così prezioso – conclude l’arcivescovo di Milano – esprimo anche la gratitudine di tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato e invoco per lui e per il suo ministero ogni benedizione di Dio».
Ma chi è mons. Paolo Martinelli?
Nato a Milano nel 1958, frate minore cappuccino, è stato a lungo docente a Roma presso la Pontificia Università Antonianum (Pua): nel 2014 è stato eletto all’episcopato da papa Francesco e ha affiancato al card. Angelo Scola come vescovo ausiliare della diocesi di Milano.
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Tra le sfide sociali e pastorali di sempre, ci sono le condizioni dei lavoratori stranieri, ogni giorno alle prese con la crisi economica che ha segnato anche qui una diminuzione di posti di lavoro e del livello retributivo.
La sede del suo vicariato è nella città di Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti. Il vicario apostolico dell’Arabia meridionale è membro della Conferenza dei vescovi latini delle Regioni arabe (Celra), presieduta dal patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa.
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Quella della Penisola arabica – secondo un’espressione di mons. Hinder – è una Chiesa «pellegrina», costituita esclusivamente da immigrati (destinati a rientrare in patria – o ad emigrare altrove – dopo alcuni anni di lavoro). Persone appartenenti a una varietà di riti: maroniti, melkiti, armeni, siriaci, siro-malabaresi, siro-malankaresi… Nelle chiese e parrocchie del vicariato le celebrazioni si svolgono oltre che inglese e in arabo, in malayalam, konkani, tagalog, francese, italiano, tedesco, cingalese e tamil.
Anche il vicino Vicariato apostolico dell’Arabia settentrionale – che ha giurisdizione sui cattolici che vivono in Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein e Qatar – attende la nomina del nuovo vescovo, dopo l’improvvisa morte di mons. Camillo Ballin nel 2020. Attualmente il vicariato è affidato a mons. Paul Hinder, nella veste di amministratore apostolico.
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