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Coordinamento Terra Santa, ritorno a Gerusalemme

Terrasanta.net
30 maggio 2022
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Nata su impulso della Santa Sede, l'iniziativa comune delle conferenze episcopali europee e nordamericane è uno dei tanti modi per stare vicini ai cristiani di Terra Santa. Dal 21 al 26 maggio il viaggio di sei vescovi in ascolto.


(g.s.) – Dopo la pausa forzata imposta anche su questo versante dall’epidemia di Covid-19, sono tornati fisicamente a Gerusalemme i vescovi del Coordinamento Terra Santa, che raggruppa rappresentanti degli episcopati cattolici d’Europa, Nord America e Sud Africa, mossi dal desiderio di tener viva la solidarietà tra le loro Chiese e i cristiani che vivono laddove scoccò la prima scintilla del cristianesimo.

Quest’anno l’appuntamento non si è svolto in gennaio, come di consueto, ma nell’ultima decade di maggio (dal 21 al 26). Inferiore rispetto al solito il numero dei presuli partecipanti: sei e tutti (nord)europei, accompagnati da alcuni operatori dei media cattolici.

Immutato lo schema delle giornate, nelle quali si sono alternati momenti di riflessione e di comunicazione a porte chiuse con i responsabili delle Chiese di Gerusalemme ed incontri con esperienze e istituzioni sorte in seno alle comunità cristiane.

Tra i momenti più intensi, stavolta, c’è stata l’occasione di porgere le condoglianze ai familiari della giornalista palestinese (cattolica) Shireen Abu Akleh, uccisa a Jenin solo pochi giorni prima.

Gerusalemme patrimonio comune

Dal comunicato stampa diffuso il 26 maggio dai vescovi del Coordinamento si evince che al centro delle riflessioni c’è stato il tema di Gerusalemme e della presenza cristiana al suo interno.

L’idea di fondo è chiara e contrasta con altre narrative: «Gerusalemme è una città ebraica, cristiana e musulmana. Deve rimanere un patrimonio comune e non deve mai diventare monopolio esclusivo di una sola religione».

Nella Città Santa la presenza cristiana è certamente minoritaria, ma non per questo marginale o priva di senso, chiosa il comunicato: «La comunità cristiana è essenziale per l’identità di Gerusalemme, tanto ora quanto in futuro. Tuttavia, la sua presenza continua è minacciata dall’occupazione e dall’ingiustizia. Molti di coloro che abbiamo incontrato devono affrontare violenze e intimidazioni da parte dei gruppi di coloni, restrizioni alla loro libertà di movimento o la separazione dalle loro famiglie a causa dello status che è stato loro assegnato».

Un appello ai pellegrini

Negli incontri con i laici e i gruppi di fedeli, i vescovi hanno potuto constatare come «molte persone, di ogni provenienza, vivano in condizioni di povertà, aggravate dalla pandemia. L’assenza di pellegrini negli ultimi due anni ha devastato i mezzi di sostentamento, anche nella comunità cristiana di Gerusalemme, lasciando alcune famiglie in difficoltà nel garantirsi alloggio, cibo o altri beni essenziali».

Ai pellegrini cristiani di tutto il mondo, che ora cominciano a tornare i vescovi rivolgono l’invito «a sostenere i cristiani a Gerusalemme e in tutta la Terra Santa. È essenziale che tutti i pellegrini comprendano e si impegnino per la realtà di vita della comunità cristiana qui. Un vero pellegrinaggio in Terra Santa dovrebbe sempre essere un viaggio di fede, di incontro e di solidarietà».

I sei presuli che firmano il comunicato al termine dei lavori del Coordinamento Terra Santa 2022:

• monsignor Declan Lang
Vescovo di Clifton – Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles
Presidente del Coordinamento Terra Santa

• mons. Udo Bentz
vescovo ausiliare di Mainz – Germania

• mons. Peter Bürcher
vescovo emerito di Reykjavik (Islanda)
Conferenze episcopali nordica e svizzera

• mons. Nicholas Hudson
vescovo ausiliare di Westminster (Londra)
Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea

• mons. Alan McGuckian
vescovo di Raphoe – Irlanda

• mons. William Nolan
arcivescovo di Glasgow – Scozia

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