«Hanno fracassato la lapide sulla tomba, dato fuoco alle stanze del complesso – vedendo le foto sono rimasto scioccato», ha scritto in un tweet il primo ministro israeliano Naftali Bennett dopo l’atto di vandalismo di sabato sera tardi alla presunta tomba di Giuseppe.
Il santuario si trova alla periferia della città di Nablus, nella Cisgiordania occupata, mentre crescono le tensioni nell’area a seguito dei recenti attacchi terroristici in Israele che hanno provocato la morte di 14 persone. Inoltre, il Ramadan – periodo generalmente fonte di tensioni – coincide quest’anno con le principali festività ebraiche e cristiane. Basti ricordare che le manifestazioni e gli scontri a Gerusalemme durante il Ramadan nel maggio 2021 hanno provocato una guerra di 11 giorni tra Israele e Hamas a Gaza.
«Non sopporteremo un simile assalto a un luogo per noi sacro – alla vigilia di Pesah (la Pasqua ebraica – ndr) – e cattureremo i rivoltosi», ha aggiunto Bennett. I disordini si sono effettivamente verificati alla fine della scorsa settimana durante scontri tra uomini armati palestinesi e soldati delle forze israeliane (Tsahal) che hanno effettuato diversi raid in Cisgiordania in risposta alla recente ondata di attacchi terroristici che hanno colpito Israele. Tra questo fine settimana e oggi, quattro palestinesi sono stati uccisi.
Un luogo molto sensibile
Sabato sera, secondo Tsahal, un centinaio di palestinesi hanno fatto irruzione nel recinto della tomba del patriarca biblico. Hanno poi compiuto atti di saccheggio, prima di essere dispersi dalle forze di sicurezza palestinesi, ha precisato il quotidiano Haaretz.
Il santuario è venerato dagli ebrei come luogo di sepoltura del figlio di Giacobbe e Rachele, conosciuto per essere stato venduto come schiavo dai suoi fratelli e che alla fine divenne l’uomo più potente d’Egitto insieme al faraone. Il luogo santo è venerato anche da samaritani, cristiani e musulmani. Questi ultimi, tuttavia, ritengono che uno sceicco sia lì sepolto. Il sito è spesso teatro di scontri tra israeliani e palestinesi.
Il santuario è stato incendiato nel 2015. Si trova nell’Area A della Cisgiordania, che è sotto il pieno controllo dell’Autorità palestinese, sebbene l’esercito israeliano vi svolga delle attività. I militari israeliani vietano ai cittadini di Israele di entrare nell’Area A senza previa autorizzazione. I pellegrini ebrei possono quindi visitare la tomba del patriarca biblico solo una volta al mese. L’esercito israeliano li scorta, coordinandosi con le forze di sicurezza palestinesi.
La tomba di Giuseppe ha suscitato altri scontri lunedì 11 aprile, quando due ebrei chassidici sono rimasti feriti mentre entravano in città e si dirigevano verso il santuario. Facevano parte di un piccolo convoglio che non aveva organizzato il proprio arrivo in coordinamento con l’esercito israeliano.
D’altra parte, per la seconda volta, all’indomani dei primi atti di vandalismo, i palestinesi sono entrati di nuovo nella tomba di Giuseppe e hanno causato danni, ha riferito Kan News. Un video mostra in particolare il lancio di pietre all’interno del luogo santo. Da parte loro, alcuni deputati israeliani della destra, appartenenti al Partito Sionista Religioso e al Likud, hanno annunciato l’intenzione di visitare la tomba lunedì sera, contro gli ordini di Tsahal.
Un rafforzamento della sicurezza atteso da parte dell’Autorità palestinese
Come ha fatto il premier, altri ministri israeliani hanno condannato quanto accaduto sabato. Il capo della diplomazia, Yair Lapid, ha denunciato «un grave attacco non solo alla tomba stessa, ma anche alle profonde convinzioni del popolo ebraico». E ha invitato «tutti a promuovere calma e tranquillità».
Il ministro della Difesa ha definito il vandalismo alla tomba di Giuseppe una «grave violazione della libertà di culto in uno dei luoghi più sacri per gli ebrei». Benny Gantz ha anche affermato di aver inviato «un messaggio forte» all’Autorità palestinese, invitandola a «rafforzare immediatamente le sue forze nella regione e ad agire contro i rivoltosi e i terroristi che minano la stabilità e la sicurezza nei luoghi santi». Ha anche annunciato che «Israele si occuperà di riparare il complesso, riportandolo rapidamente al suo stato originale e adottando tutte le misure per garantire che un incidente del genere non si ripeta».
Da parte sua, anche il governatore regionale di Nablus si è impegnato a restaurare il sito. Ibrahim Ramadan ha voluto riaffermare che il santuario era sotto la protezione dell’Autorità palestinese. «La tomba di Giuseppe è un luogo sacro per gli ebrei ed è nostra responsabilità come Autorità palestinese ripristinarlo il prima possibile dopo che i palestinesi ne hanno distrutto una parte», ha detto il governatore, secondo quanto riferisce il quotidiano Ynet (Yediot Aharonot). Secondo i media palestinesi, «le forze di sicurezza dell’Autorità palestinese stavano lavorando lunedì mattina per ristabilire l’ordine nell’area che circonda il santuario».
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