Portato davanti alla Corte suprema israeliana dalle istituzioni ortodosse di Gerusalemme, il caso delle quote di ingressi al Santo Sepolcro per la cerimonia del Fuoco santo ha conosciuto un nuovo sviluppo giovedì 21 aprile, quando la massima entità giuridica del Paese ha deciso di elevare la quota di permessi, inizialmente fissata a mille persone, a quattromila persone.
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Puntando sul tema della libertà di culto, le istituzioni cristiane speravano nell’annullamento di queste quote, decise unilateralmente da una polizia israeliana che afferma di voler evitare movimenti di folla che possono causare incidenti mortali. La sentenza stabilisce che la polizia ha il diritto di chiudere la basilica una volta raggiunte le quattromila persone presenti e che tutti i posti di blocco israeliani saranno mantenuti all’interno della città vecchia di Gerusalemme.
Un precedente legale
La decisione finale suscita preoccupazione: «Lo Stato ora è coinvolto negli affari cristiani. Ciò costituisce un precedente legale e potrebbe conferire ai tribunali israeliani un’autorità che prima non esisteva sulla basilica del Santo Sepolcro», ha affermato un membro del Patriarcato greco-ortodosso.
Le espressioni di sostegno della comunità palestinese si sono moltiplicate: «Se consentiamo all’occupante israeliano di imporre arbitrariamente restrizioni che alterano il modo in cui da secoli viene celebrata la Pasqua a Gerusalemme, saremo certamente complici dei suoi piani per rendere la città esclusivamente ebraica con una presenza araba solo simbolica», ha commentato su Twitter Sami Abu Shahadeh, storico palestinese, leader del partito Balad/Tajamu e membro della Knesset.
Decine di migliaia di fedeli si accalcano solitamente nel Santo Sepolcro per assistere al miracolo del Fuoco santo. La cerimonia, che si terrà questo sabato, 23 aprile, precede la Veglia pasquale dei cristiani ortodossi e simboleggia la luce miracolosa della risurrezione di Cristo.
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Secondo la tradizione, il fuoco appare spontaneamente, senza strumenti né mano umana, nello stesso luogo e alla stessa ora del Sabato santo. Accende una candela, portata spenta alla tomba di Cristo. Il fuoco viene poi trasmesso di candela in candela dai pellegrini che accorrono in numero che può provocare resse.
I Patriarcati armeno e greco-ortodosso di Gerusalemme, così come il Custode di Terra Santa, hanno inviato lunedì 18 aprile una lettera al presidente israeliano Isaac Herzog esprimendo il loro «disaccordo» rispetto alle restrizioni che ritengono «ingiuste e inspiegabili». Hanno invitato ciò nonostante i fedeli a partecipare alla cerimonia.
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