(g.s.) – Dal Vaticano la Congregazione per le Chiese orientali ha diffuso quest’oggi – 24 marzo 2022 – la lettera che il suo prefetto, il cardinal Leonardo Sandri, indirizza ogni anno ai vescovi di tutto il mondo per rammentare l’appuntamento del Venerdì Santo con la Colletta per la Terra Santa.
Nella lettera – che reca la data del Mercoledì delle Ceneri, primo giorno di Quaresima – il cardinale ricorda i due viaggi che il Papa ha portato a termine nel Vicino e Medio Oriente durante il 2021: in Iraq e a Cipro e in Grecia, luoghi nei quali Francesco, «mentre tutto il mondo era ancora in preda alla pandemia, ha voluto raggiungere alcuni tra i più soli e sofferenti».
I gesti che il Papa ha compiuto in questi viaggi interrogano tutti gli altri cattolici, singoli e comunità, scrive Sandri e li sprona a domandarsi: «Che cosa vedo, di cosa mi accorgo? Quale è il perimetro del mio sguardo? Nella Pasqua verso la quale ci conduce il cammino quaresimale (…) lascerò che il Signore possa visitare le mie e le nostre solitudini? E all’Amore che verrà a visitarmi saprò rispondere con l’amore? L’amore non si paga se non con l’amore!».
Il contesto attuale ci ricorda – rimarca la lettera – che «se in termini personali il Cristo ha sofferto ed è morto una sola volta e non può morire più, nel suo Corpo, che è la Chiesa, continua a soffrire, specialmente in Medio Oriente, ma anche in ogni altro luogo del mondo in cui la libertà di vivere la fede è conculcata e impedita: dalla persecuzione in molti casi, dall’ambiente ostile talvolta, spesso dalla globalizzazione dell’indifferenza, dalla violenza delle guerre di cui l’umanità sembra purtroppo non essere mai paga, come accade in Ucraina».
Fissando lo sguardo sulla Terra Santa, il cardinale Sandri sottolinea quello che già più volte abbiamo raccontato su Terrasanta.net: «Per due anni consecutivi i cristiani di Terra Santa hanno celebrato la Pasqua e il Natale in una sorta di isolamento, senza il calore e l’amicizia solidale dei pellegrini che visitavano i Luoghi Santi e le locali comunità. Le famiglie hanno sofferto oltre misura per la mancanza di lavoro più che per gli effetti immediati della stessa pandemia».
Un dato di fatto che rende ancor più evidente come la Colletta per la Terra Santa, giunta fino a noi «per espresso desiderio dei Pontefici» non sia «nulla di antico o sorpassato, perché essa esprime anzitutto la consapevolezza delle nostre radici che si trovano nell’annuncio della redenzione che si è diffuso da Gerusalemme ed è giunto a tutti noi. Il gesto dell’offerta, anche piccola, ma da parte di tutti, come l’obolo della vedova, consente ai nostri fratelli e sorelle di continuare a vivere e sperare, ad offrire una testimonianza vivente al Verbo fatto carne nei Luoghi e per le strade che videro la sua presenza».
Il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali – che insieme alla Custodia di Terra Santa amministra i fondi raccolti in tutto il mondo con la Colletta – chiede ai vescovi di dare «nuovo vigore e nuova linfa alla pratica della Colletta di Terra Santa». «Attraverso i competenti Uffici Diocesani e grazie alla presenza e all’operato dei Commissari di Terra Santa dell’Ordine dei Frati Minori viviamola curando anche la preparazione ad essa, attraverso testimonianze, preghiere o la semplice celebrazione della Via Crucis».
Conclude Sandri: «A Gerusalemme, Betlemme, Nazaret e in molti altri santuari e monasteri ogni giorno si celebra e si prega per la Chiesa in tutto il mondo, e noi siamo invitati a ricordarci con il cuore e con un piccolo dono di tutti coloro che pronunciano il nostro nome dinanzi al Signore, ringraziando per la nostra generosità. Il materiale informativo che ogni anno viene diffuso ci aiuta a vedere il flusso di carità e di vita che è reso possibile grazie alla Colletta».
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Clicca qui per un appello video del Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton