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La Terra Santa trema

Terrasanta.net
18 febbraio 2022
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La Terra Santa trema
Ashkelon, 2019, Esercitazione della protezione civile israeliana per far fronte alle conseguenze di un terremoto di grave entità. (foto Yaniv Nadav/Flash90)

Il nord-est della Terra Santa ha subito in un mese quattro terremoti di bassa intensità, ma ravvicinati nel tempo. Questo stress sismico preoccupa: ogni cent’anni la regione è soggetta a scosse devastanti.


(c.l.) – Nel giro di 12 ore, tra il 15 e il 16 febbraio, si sono avvertiti due terremoti nella parte settentrionale della Terra Santa. L’epicentro della prima scossa, di magnitudo 3,5 gradi della scala Richter, è stato localizzato una quindicina di chilometri a nord-est di Beit She’an (Israele nordorientale). La seconda – di magnitudo 3,1 – è del 16 mattina, con epicentro nella stessa zona di poche ore prima e scosse secondarie avvertite – anche se di lieve entità – fino a Haifa, nel nord-ovest del Paese. Entrambe le scosse non hanno causato vittime né sono stati segnalati danni materiali. Secondo il Centro sismologico euromediterraneo, anche i giordani e i residenti dei Territori palestinesi hanno avvertito i sussulti tellurici.

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Nelle ultime settimane la Terra Santa è stata oggetto di un’attività sismica sostenuta. Due terremoti si sono verificati infatti nel nord del Paese, a distanza di 12 ore, il 22 e 23 gennaio, portando all’evacuazione di alcuni fragili edifici a Tiberiade, di una scuola ad Afula e del municipio di Beit She’an. Il primo, di magnitudo di 3,7 della scala Richter, è stato avvertito in tutto il nord del Paese. Secondo il Servizio geologico israeliano (Gelogical Survey of Israel) l’epicentro del sisma si trovava 16 chilometri a nord-est di Beit She’an. Nella stessa località è stato avvertito il secondo terremoto, di magnitudo 3,5 senza vittime, feriti o danni.

Un rischio significativo ogni cent’anni

Se tutti questi episodi tellurici sono qualificabili come «minori», la loro frequenza nel giro di poche settimane preoccupa. D’altronde, la Terra Santa è situata proprio nella Grande fossa tettonica (Great Rift Valley), una frattura geologica che si estende dalla Siria settentrionale al Mozambico ed è caratterizzata da una serie di faglie e attività tettoniche. La placca africana e quella araba, che lì si incontrano, si spostano più o meno nella stessa direzione, ma a ritmi diversi. La placca araba si muove più velocemente di quella africana, esponendo la Terra Santa ai terremoti, specialmente nell’area del Mar Morto e della Valle del Giordano.

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La stessa Bibbia menziona ripetutamente terremoti importanti e memorabili e l’archeologia ne ha rinvenuto tracce significative nel corso dei secoli. La Storia registra una volta ogni cent’anni un forte sisma in Terra Santa. L’ultimo, di magnitudo 6,2, si verificò nel 1927. Causò la morte di mezzo migliaio di persone e molte distruzioni; l’epicentro si trovava nella regione settentrionale del Mar Morto. Il terremoto precedente, di magnitudo da 6 a 7 della scala Richter, avvenne nel 1837, nella regione di Safed.

Preparare la popolazione

In Israele sono particolarmente consapevoli dell’alta probabilità di un forte terremoto. Dal momento che il quando è ignoto, si investe sulla prevenzione per contenere i danni, soprattutto in un momento in cui si costruiscono sempre più grattacieli in un Paese che ha gran parte del patrimonio edilizio costruito negli anni Cinquanta e Sessanta, prima delle normative antisismiche introdotte nei primi anni Ottanta. Il che comporterebbe che circa un milione di edifici sono a rischio, secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica Kan messa in onda il mese scorso, dopo le due forti scosse di gennaio. Secondo altre stime, riportate dal quotidiano The Times of Israel, un forte terremoto potrebbe causare fino a 7.000 morti, 145mila feriti e 170mila senzatetto.

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A riprova di una certa apprensione, il 7 febbraio è stata organizzata in tutto il Paese una grande esercitazione del sistema di protezione civile. I tecnici del Servizio geologico di Israele hanno colto l’occasione per lanciare ufficialmente un nuovo sistema nazionale di allerta terremoto chiamato Truaa (squillo di tromba, in ebraico). Si basa su una tecnologia avanzata in grado di rilevare i primi segnali di terremoto e consentire al Comando del fronte interno di inviare un avviso di allerta pochi secondi dopo i primi segnali di un forte terremoto.

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Mentre gli allarmi non hanno suonato per i terremoti più recenti, ritenuti di bassa intensità, le sirene – accompagnate dalla parola «Terremoto» ripetuta dagli altoparlanti –suoneranno in Israele in caso di un sisma di magnitudo elevata, grazie a una rete nazionale di 120 stazioni di monitoraggio sismico dislocate in punti critici del territorio. Ciò significa che l’intera popolazione è direttamente interessata: al suono delle sirene tutta la popolazione sarà chiamata a recarsi d’urgenza in spazi aperti. A meno che gli abitanti non vivano proprio sopra l’epicentro, avranno alcuni secondi preziosi per lasciare le case e mettersi in salvo, tenendo conto del fatto che gli edifici generalmente non crollano nei primi secondi di un terremoto. Parliamo di un pugno di secondi che può fare la differenza e consentire di salvare delle vite.

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