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Scoperta a Magdala una sinagoga dell’epoca del Secondo Tempio

Christophe Lafontaine
17 dicembre 2021
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Scoperta a Magdala una sinagoga dell’epoca del Secondo Tempio
Immagine da un video dell’Università di Haifa che mostra il sito della seconda sinagoga di Magdala, presso il lago di Tiberiade, antica duemila anni.

A Magdala, la città da cui si dice provenga Maria Maddalena, è stata scoperta una seconda sinagoga del periodo del Secondo Tempio. Si conferma così l'ipotesi che all'epoca di Gesù questi edifici avessero una destinazione sociale.


A oggi, in Terra Santa si conoscono solo dieci sinagoghe risalenti a prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C. Lo afferma un comunicato del 12 dicembre degli archeologi israeliani che lavorano nel sito di Magdala (oggi Migdal), in Galilea, sulle rive nord-occidentali del lago di Galilea, nel nord-est di Israele.

Dodici anni dopo la scoperta di una prima sinagoga del periodo del Secondo Tempio (516 a.C. – 70 d.C.), una seconda della stessa epoca è stata portata alla luce quest’anno, nell’ambito degli scavi effettuati dalla Y.G. Contractual Archaeology, la principale società di consulenza archeologica del Paese, sotto l’egida dell’Istituto di Archeologia Zinman dell’Università di Haifa.

«Le due sinagoghe sono state datate attraverso altri manufatti trovati nel sito, tra cui vetri, ceramiche e monete», ha spiegato al quotidiano Haaretz la condirettrice dei lavori Dina Avshalom-Gorni, dell’Università di Haifa. Da notare che i recipienti erano fatti di arenaria, un materiale utilizzato per i rituali ebraici di purificazione. Secondo l’archeologa, le due sinagoghe convivevano senza che una si sostituisse all’altra, «risalgono entrambe alla città di epoca romana e sono state in funzione dal 50 a.C. circa fino alla rivolta ebraica del 67 d.C.».

Uno stesso impianto per due le sinagoghe

È assolutamente possibile che alla fine del I secolo a.C. e durante il I secolo d.C. Maria Maddalena, prima testimone del Risorto, e la sua famiglia – che si dice fosse originaria della città – abbiano frequentato una delle due sinagoghe. Forse Gesù stesso sarebbe stato in quel luogo, considerati i numerosi miracoli che compì nella regione e le tante prediche fatte ai suoi abitanti.

Gli archeologi scavano tra i resti della seconda sinagoga scoperta a Magdala. (foto, cortesia dell’Università di Haifa)

 

La prima sinagoga è stata scoperta nel 2009, a Magdala, durante gli scavi che hanno portato alla luce bagni rituali ebraici, strade, un mercato e strutture produttive. La seconda sinagoga appena scoperta è più piccola. Costruita in modo simile, in basalto e calcare, seguiva lo stesso impianto: un grande quadrato che ospitava un salone centrale con altri due ambienti ai lati. Nella piccola sinagoga le pareti della sala principale erano ricoperte di intonaco bianco e colorato. «Il soffitto della stanza, probabilmente in legno e argilla, era sostenuto da sei pilastri, due dei quali avevano plinti in pietra che si sono conservati», precisa il comunicato.

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Lungo le pareti correva una panca in pietra, anch’essa rivestita di intonaco. Sul lato sud dell’edificio, uno degli ambienti attigui presentava una mensola in pietra ricoperta di intonaco. Secondo gli esperti, potrebbe essere stato utilizzato per conservare rotoli che è lecito associare ai rotoli della Torah. La prima sinagoga scoperta ha le stesse caratteristiche, tranne per il fatto che era adorna di affreschi colorati e pavimentata con mosaici, a differenza della seconda, che aveva un pavimento di terra compatta e intonacata, ha precisato Haaretz.

La prima sinagoga scoperta nel 2009 si trovava in una zona industriale e la seconda, portata alla luce di recente, in una strada residenziale. Ciò dimostra che entrambe furono inserite «nel tessuto sociale della città», ha spiegato Adi Erlich, direttore dell’Istituto Zinman, nel comunicato dell’Università di Haifa.

Due sinagoghe nello stesso centro, un fatto senza precedenti

Finora gli archeologi ipotizzavano che, finché il Tempio era stato in funzione, le sinagoghe non fossero necessarie. Ma la scoperta, per la prima volta in una singola città, di due sinagoghe del periodo del Secondo Tempio a meno di 200 metri l’una dall’altra, suggerisce un’altra pista.

Riguardo a Magdala, Dina Avshalom-Gorni sostiene che «la scoperta di una seconda sinagoga in questa città galileiana (…) riflette la necessità di un edificio dedicato alla lettura e allo studio della Torah e alle riunioni». Poiché duemila anni fa il culto e i sacrifici avvenivano nel Tempio di Gerusalemme, le sinagoghe ad esso contemporanee logicamente non erano luoghi di culto e di adorazione, ma quelli che oggi chiameremmo «case di quartiere», cioè luoghi di incontro, studio della Torah e di scambi.

Gli archeologi ricordano che, nella sinagoga scoperta nel 2009, una grande pietra scolpita, di circa 60 centimetri per 50, e 40 di altezza, che forse serviva come tavolo da lettura per la Torah, si trovava al centro della sala principale. Rievoca probabilmente il Secondo Tempio di Gerusalemme e raffigura una menorah a sette braccia. Gli archeologi ritengono che l’artista avesse riprodotto la menorah collocata nel Tempio stesso. Per il professor Adi Erlich è una conferma che «gli ebrei locali consideravano Gerusalemme come il loro centro religioso e  le loro attività locali si svolgevano sotto questa centralità».

La città di Magdala, fondata nel periodo asmoneo (140-37 a.C.) fu distrutta dai romani durante la guerra degli anni 66-70 d.C. È citata sia negli scritti dello storico Flavio Giuseppe, sia nei vangeli come luogo di nascita o residenza di Maria Maddalena. Il Talmud e san Villibaldo, che fu pellegrino nell’VIII secolo intorno al lago di Tiberiade, indicano la posizione di Magdala, tra Tiberiade e Cafarnao.


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