(g.s.) – Si è svolto ieri pomeriggio – 29 dicembre – a Gerusalemme l’appuntamento ormai consueto tra il presidente di Israele e i leader religiosi cristiani per lo scambio di auguri in vista del nuovo anno.
Per Isaac Herzog, entrato in carica nel luglio scorso, è la prima occasione del genere (anche se un incontro simile – allargato però ai rappresentanti di tutte le autorità religiose in Israele – è avvenuto in novembre per sostenere la campagna vaccinale contro il Covid-19).
Ad aggiungere significato a questo incontro stavolta ci sono le frizioni registrate prima di Natale tra i capi religiosi cristiani e funzionari del governo israeliano su almeno due questioni: il blocco in chiave anti-Covid degli arrivi di turisti e pellegrini in occasione del Natale e le dichiarazioni dei leader cristiani sugli attacchi perpetrati da frange estremiste ebraiche alle quali le autorità non si opporrebbero con sufficiente determinazione. È probabilmente alla luce di questi recenti trascorsi che all’evento nella residenza presidenziale ha partecipato anche la ministra dell’Interno Ayelet Shaked. In Terra Santa le cose si dicono con franchezza spesso a porte chiuse e i canali di dialogo vengono tenuti costantemente aperti anche nei passaggi delicati o difficili. Del ricevimento di ieri c’è poco più del resoconto ufficiale diffuso dall’Ufficio stampa del governo.
L’impegno di Israele
Accogliendo i suoi ospiti, Herzog ha voluto rassicurarli: «In qualità di presidente dello Stato di Israele, mi impegno con tutto il cuore a preservare l’assoluta libertà di religione e di culto per i membri di tutte le fedi in questa Terra Santa. So che il ministro dell’Interno Ayelet Shaked si unisce a me nell’assicurarvi che saremo forti contro qualsiasi forma di razzismo, discriminazione o estremismo e rifiuteremo qualsiasi aggressione o minaccia contro le comunità religiose e i loro leader o luoghi di culto».
Abitualmente è il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Theophilos III a rivolgere un breve discorso al presidente a nome di tutti gli altri ecclesiastici. Il comunicato ne cita solo un passaggio elogiativo: «Apprezziamo particolarmente – ha detto Theophilos – il vostro fermo impegno per l’integrità della natura multiculturale, multietnica e multireligiosa della nostra regione e la sua difesa dei diritti di tutti coloro che chiamano Terra Santa la nostra casa. Noi, capi delle Chiese di Gerusalemme, restiamo grati per l’impegno dichiarato del governo israeliano nel sostenere una casa sicura e protetta per i cristiani in Terra Santa e nel preservare le comunità cristiane come parte integrante del tessuto della comunità moderna».
Dal patriarcato greco-ortodosso fanno sapere che Theophilos III, anche in questo contesto, non ha taciuto sulle prevaricazioni di certe frange: «Le azioni di questi estremisti sono un attacco diretto contro i nostri valori e gli ideali condivisi, che riteniamo essenziali per il buon ordine e il fiorire della nostra vita comune. Per questo tutti noi dobbiamo lavorare insieme per frenare queste ambizioni sfrenate dei radicali all’interno delle nostre comunità, per il benessere e la sicurezza di tutte le nostre persone. Noi, capi delle Chiese, riaffermiamo la nostra volontà di impegnarci in un dialogo urgente su questo tema, come ribadito nella nostra recente dichiarazione».
Herzog ha replicato che «le diverse comunità cristiane (…) sono un dono per il popolo dello Stato di Israele. Ogni comunità è parte integrante del vibrante mosaico che costituisce lo Stato di Israele e voi arricchite davvero la nostra nazione e la nostra terra, così come i nostri numerosi amici cristiani in tutto il mondo».
Venti di pace
Con un riferimento implicito ai patti di amicizia stretti da Israele negli ultimi anni con vari Stati arabi, il presidente ha auspicato che «mentre storici venti di pace soffiano sulla nostra regione, tutti i figli di Abramo – cristiani, musulmani ed ebrei – possano riunirsi ancora una volta. È tempo di costruire una nuova collaborazione tra le fedi mediorientali, basata sia sui punti in comune sia sulla nostra umanità unica e individuale».
La ministra Skaked ha espresso i suoi auguri per il 2022, auspicando che sia «un anno in cui costruiamo nuovi legami di amicizia e cooperazione tra tutte le comunità religiose della regione; un anno in cui siano esaudite le nostre preghiere per la pace».
Ultimo aggiornamento: 30/12/2021 17:29
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